Sul numero di aprile di 30 giorni l'avvocato Trombetta, per la FNOVI, prende in esame un quesito che a me sembra importante, anche se mi pare che lo affronti in modo incongruo.
Alle superiori secondo me magari non le davano un brutto voto per lo svolgimento, ma un "fuori tema" non glielo toglieva nessuno. Il quesito iniziale è se abbia valore una ricetta veterinaria spedita per posta elettronica, addirittura tramite la posta elettronica certificata.
Il titolo secondo me crea confusione, dicendo che "PEC e identità elettronica: due concetti assolutamente diversi". Ovviamente. E' come se confondessimo il postino con la raccomandata. Certo che sono cose diverse, ci mancherebbe ancora.
L'articolo fa poi una confusione fondamentale tra posta elettronica certificata e identità elettronica. L'Avvocato Trombetta mescola poi tra i concetti, e francamente l'articolo è poco chiaro, non considera alcune leggi fondamentali e diffonde molte inesattezze in chi legge, soprattutto se non competente.
O meglio, l'avvocato la dice la cosa giusta, ma in una parentesi, quasi per caso, verso la fine dell'articolo: "L’attribuzione della paternità di un dato, di una informazione, viene garantita con la firma (elettronica o digitale) e non certo con lo strumento della comunicazione del dato medesimo (Pec)." Perfetto.
Lasciamo quindi da parte la posta elettronica, certificata o no, che è solo un mezzo di consegna, NON un sistema di identificazione. Il sistema di identificazione è costituito dalla firma digitale, NON dalla PEC. Su questo concetto elementare concordiamo con l'Avv. Trombetta.
La firma digitale, già riconosciuta dalla legge, è invece equivalente ad una firma autografa, e già qui avremmo finito il discorso. Cliccate qui e lo leggerete, a pagina 9. La FNOVI dice che occorre una firma autografa, la legge dice invece che la firma digitale sostituisce una firma autografa, quindi una ricetta con firma digitale è pienamente valida. Sia essa consegnata via posta elettronica, pure normale, che su supporto informatico (un cd, una penna usb, cosa volete)
Tra le leggi dimenticate, troviamo anche la legge 2/2009, leggete l'articolo 16, comma 12:
"Le copie su supporto informatico di qualsiasi tipologia di documenti analogici originali, formati in origine su supporto cartaceo o su altro supporto non informatico, sostituiscono ad ogni effetto di legge gli originali da cui sono tratte se la loro conformita' all'originale e' assicurata da chi lo detiene mediante l'utilizzo della propria firma digitale e nel rispetto delle regole tecniche di cui all'articolo 71."
A me pare che l'interpretazione sia volutamente forzata e confusionaria, allo scopo di negare valore alla ricetta elettronica. Insomma, a leggere sembra che qualcuno abbia detto al legale "veda di giungere a queste conclusioni". Non si spiegherebbero altrimenti errori e superficialità grossolane. Confondere la posta certificata con la firma digitale è ignoranza fondamentale. Basta una semplice ricerca su google per capirlo.
Al quesito rispondo quindi io, e a niente vale che "la Federazione ha sostenuto che" [occorre] l'uso della carta intestata, la grafia leggibile, la firma autografa e originale. Fortunatamente la FNOVI non ha ancora potestà legislativa.
Una ricetta firmata con firma digitale ha pieno valore. Stop. Se volete ottenere la firma digitale: andate alla Camera di Commercio, ne chiedete il rilascio, costa una ventina di euro, vi rilasciano una smart card in un quarto d'ora. Poi comprate per pochi euro un lettore di smart card e scaricate il software. Ci sono addirittura soluzioni tecniche anche più semplici
Da lì in poi inserite la smart card nel lettore ed il vostro file informatico è firmato, e nessuno lo può smentire.
Da lì in poi inserite la smart card nel lettore ed il vostro file informatico è firmato, e nessuno lo può smentire.
Non vorrei ora dilungarmi su questa marchiana confusione in sede di Federazione, vorrei parlare piuttosto della Federazione stessa. (continua)
1 commento:
Il vostro articolo è molto importante e mette avanti un problema al quale bisogna fare attenzione. Bisogna essere certo vigile e fare la differenza essenziale tra le poste elettroniche certificata e l'identità elettronica.
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