16 febbraio 2009

Anagrafe equina Il capitolo IX. Chi lo compila?

Un'altra fonte di confusione enorme nell'anagrafe equina è, direi è stata, la compilazione del capitolo IX, la destinazione finale del cavallo. In parole semplici, il proprietario può scegliere se il suo cavallo verrà destinato, a fine carriera, alla produzione di alimenti per l'uomo o no.

Ribadisco tra l'altro il mio consiglio: NON scegliete di destinarlo alla macellazione, non solo o non tanto per motivi etici, ma perché questo vi complica la vita, e nemmeno vi porta un guadagno economico sensibile. Tanto alla fine incassate niente in tutti e due i modi.

Questo foglio deve essere compilato dal proprietario e a fianco c'è una casella per il "nome e firma del rappresentante dell'autorità competente". Qual'è la funzione di questa firma di un terzo? Ovvio, quella di testimonianza in caso di diatribe sulla firma principale, quella del proprietario. Notare bene, la ritengo già giuridicamente un obbrobrio. Non è che in mancanza della firma dell'autorità responsabile la scelta del proprietario non sia valida. Lo è eccome. Nessuno può destinare alla macellazione un cavallo dove il proprietario, anche non controfirmato, abbia scelto diversamente. E' il proprietario che fa la scelta essenziale, che manifesta il suo diritto soggettivo di farla. Giuridicamente la firma dell'autorità è un aspetto formale, non sostanziale, della compilazione. Ma la sua assenza non invalida la volontà del proprietario.

Comunque, ci sono state una serie di pasticci e confusioni enormi, incredibili. Molti dipendenti ASL hanno scelto di NON timbrare il capitolo IX, l'UNIRE pretendeva di incaricare dei veterinari che a pagamento avrebbero dovuto fare delle "giornate di timbratura", la FISE emanava circolari che lanciavano fuoco e fiamme e diceva che i Comitati regionali avrebbero timbrato loro i capitoli IX. Un massacro, come al solito.

Personalmente, già in data 16 ottobre 2008 scrivevo ciò che comunque sarebbe stato chiaro a chiunque fosse in buona fede, e cioè che la pretesa di far firmare dall'autorità che aveva emesso il libretto il capitolo IX era insensata ed infondata.

In data 31 dicembre 2008 il Ministero della Salute emana finalmente una nota, che mi sembra chiarisca finalmente questo punto, nel senso più naturale possibile.
La nota si occupa di farmaci nella specie equina e conseguentemente del capitolo IX, dicendo che in caso di trattamenti effettuati secondo il principio della cascata, il "veterinario responsabile" compila il capitolo IX, abrogando un'eventuale scelta diversa (soggetto destinato alla produzione di alimenti).

Non è il caso di mettere qui confusione impegnandovi con il principio di cascata. Vi basti sapere che la definizione di "veterinario responsabile" coincide ovviamente con quella di curante, a norma del Decreto Legislativo 193 del 2006, art.11. Per implicita conclusione, quindi il veterinario curante è responsabile e può compilare ovviamente il capitolo IX come controfirma della volontà del proprietario.

Un'ultima considerazione. La nota ministeriale afferma un'altro principio che secondo me era già acclarato, ma è utile ribadire: in mancanza della firma sul capitolo IX il cavallo è considerato destinato alla macellazione. La firma ESCLUDE il cavallo da questa destinazione. Se il vostro cavallo non ha il capitolo IX compilato, allora non gli possono essere somministrati determinati farmaci (ad esempio il fenilbutazione, per citarne uno) e voi dovete tenere il registro per la somministrazione di medicinali, che il veterinario dovrà firmare in caso di somministrazione di farmaci.

Tirando le somme, ripeto i consigli:
- scegliete la destinazione non DPA (non macellabile)
- compilate il capitolo IX e fatelo controfirmare dal veterinario curante, da quello ASL, dall'APA, dalla FISE, da chi volete
- se il vostro libretto non ha il capitolo IX, o chiedete alla FISE (se è un passaporto federale) di aggiungerlo, oppure stampatelo su un foglio e pinzatelo. Chiedete al veterinario ASL o libero professionista di apporre un timbro sull'angolo ripiegato del foglio (il cosiddetto "ricciolo"). Nel caso il cavallo venga iscritto all'APA (cosiddetto microchip virtuale) a 18 euro, fate aggiungere questo foglio.

A me sembra che venga inoltre affermato un principio basilare, che l'Europa già riconosce ed invece in Italia sembra voler essere negato: la funzione certificatrice del veterinario libero professionista, funzione semplice, economica, naturale. Abbiamo dovuto aspettare fino ad adesso per vederla ammessa. Ecco il disastro dell'Italia...

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