"Tutto questo grazie alla attività dei veterinari di medicina pubblica, del Ministero della Salute, delle Regioni, delle ASL , degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali e dei veterinari aziendali che nel nostro Paese hanno saputo garantire e mantenere l'attuale livello di tutela dei consumatori..".
Già dire secondo me "i veterinari di medicina pubblica" comprende tutti coloro che, in una posizione o altra, operano per lo Stato, siano essi al Ministero, ASL, Istituti Zooprofilattici, o altra funzione.
Macchè, vengono moltiplicati come i pani e pesci, ripetendoli e citandoli nelle diverse accezioni. Insomma, è come se dicessi "questo blog è scritto da Corrado, poi da Colombo, poi da Corrado Colombo, poi dal veterinario di veterinaria liberale, poi da un veterinario piemontese, uno italiano..". Insomma, da solo ci faccio una squadra di calcio..
Invece la dizione "veterinario aziendale", che ovviamente corrisponde ai liberi professionisti, è molto meno esplicita. Non solo perchè i veterinari aziendali non sono poi riconosciuti, ma anche perché oggettivamente poco chiara. Lo dico io: se tale sconfitta si rivendica, ampia parte ne andrebbe data data ai liberi professionisti, chiamandoli chiaramente, la maggior parte dei veterinari. Su 10 veterinari presenti in Italia, 7 sono liberi professionisti. Eppure, pur di non nominarli nemmeno esplicitamente, la FNOVI ricorre a funambolismi di scrittura. Non riesce proprio a dirne nemmeno il nome, non ce la fa, non gli esce dalla tastiera, all'Ufficio Stampa FNOVI (ma quanti ci lavorano, nel pomposo "Ufficio Stampa Fnovi"?)
Mentre il comunicato moltiplica invece le giacchette dei dipendenti, di medicina pubblica, e poi di questo, e poi di quest'altri, basta nominarli e rinominarli più e più volte.
Ovviamente, a me fa ridere, forse è pure inconsapevole, ma è significativa. Una Federazione pagata dai Liberi professionisti (essendo in maggioranza, pagano la maggior parte del misterioso bilancio FNOVI), ma sbilanciata sul versante pubblico, come ho già scritto. Anche qui, si coglie il pretesto per pompare la veterinaria pubblica, mentre non è proprio il caso. Se facessimo due calcoli costo-beneficio, ci sarebbe poco da ridere..
Alcuni miei conoscenti si trovavano in Francia, in una piccola locanda. Il cameriere prese l'ordinazione e poi si voltò verso la porta della cucina, inviando ad alta voce la comanda: "Deux jambons, mais qu'ils soient de montagne!!". Uno dei due commensali si alzò poi per andare in bagno, ma sbagliò porta, ed entrò in cucina, dove vide lo stesso cameriere che lo jambon lo stava affettando lui, insomma, si moltiplicava. Chissà che ora non lavori nella veterinaria pubblica italiana..
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