Sospetto che trova conferma in almeno tre recenti casi di mia conoscenza in Piemonte. In uno l'agenzia delle entrate ha invitato i proprietari censiti tramite le ASL a portare ad esaminare i passaporti all'ufficio.
Nell'altro l'indagine presso un maneggio ha comportato la richiesta di un elenco di cavalli e proprietari. Nel terzo una signora si e' vista contestare la proprieta' di 6 cavalli con passaporto UNIRE. Peraltro sull'ultimo caso garantisco che si tratta di proprieta' non particolarmente danarosa.
Ora, non mi metto a difendere l'evasione, ma ci sono alcuni aspetti che sono delicati.
- ci possiamo attendere una ritrosia ad iscrivere in un database dell'anagrafe equina il cavallo di proprieta'. Anche se sei in regola in Italia di un controllo hai sempre paura.
- aumenteranno le dichiarazioni di "soggetto da carne" tentando di mostrare un minore valore del cavallo?
- la norma, integrata nel redditometro, e' di per se' stupidissima. Il possesso di un cavallo, magari in passato atleta e ora pensionato, NON e' un indice di reddito. Perche' non controllare allora i clienti della moda firmata o dei ristoranti di lusso?
Molti proprietari risparmiano gia' su cose simili per mantenere un cavallo e rischiano di venire penalizzati.
- cosa corrisponde esattamente alla definizione "da corsa ed equitazione"? Dovremo attendere cavilli, interpretazioni, ricorsi che chiariscano il concetto, che cosa?
In ogni caso, mi pare che la norma, vecchia di trent'anni, andrebbe rivista e modernizzata. E' solo un residuo di una concezione politica molto stupida, e probabilmente portera' piu' danni che benefici.
La gia' precaria nascita dell'anagrafe rischia fortemente di subirne dei danni..
Gia' il redditometro viene abbondantemente eluso, nonostante ora sia tornato in auge, figuriamoci poi se gli indici che usa sono cosi' beceri..
Come al solito, una grande assenza culturale, quella dei veterinari, che queste cose dovrebbero comunque spiegarle. Qui, ci proviamo..
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