7 giugno 2009

La mafiosità e il mondo delle professioni.

Diventa persino imbarazzante, giuro. Leggo il numero 18/2009 di "Professione Veterinaria", con un articolo di Marco Viotti, responsabile del Practice Management ANMVI. Io ho anche conosciuto il Collega, e mi dispiacerebbe se ne avesse a male, ma penso che la critica anche dura ma serena sia la miglior soluzione.

Condivido la parte di analisi dell'articolo che si basa su dati statistici, e parte della soluzione, e cioè che i medici veterinari non guadagnano il giusto a causa della difficoltà a farsi pagare.

Ma allibisco dinanzi alla soluzione proposta. Testualmente: "Se l'utenza trovasse un blocco compatto e non in svendita di professionisti si adeguerebbe a pagare almeno un 30-40% in più rispetto alle nostre attuali parcelle".

Al di fuori della posizione ANMVI, questa è un'idea che sento serpeggiare tra i professionisti, e vorrei scrivere qui perché no. Perché

- è un reato. La legge 287 del 10 ottobre 1990 proibisce, all'art. 2, le intese che abbiano per oggetto o per effetto di impedire, restringere o falsare in maniera consistente il gioco della concorrenza all'interno del mercato. E' ampiamente consolidato, nessuno lo discute, il principio che la giurisprudenza antitrust si applichi alle professioni. Reato. Io penso anche che le leggi siano fatte per essere cambiate, ma non mi pare che questo sia il caso, anche perchè agire diversamente

- è mafioso, proprio concettualmente. E' l'essenza della mafiosità: il prezzo come imposizione. Lo può fare Bernardo Provenzano nei suoi pizzini.

- è becero. E' un ragionamento che non funziona, ma oltre a questo, manca proprio di un minimo di senso, non dico di analisi, ma proprio un senso generale. Insomma, è la prima, ingenua, inaffidabile, concezione di prezzo che un primitivo potrebbe avere: paghi perchè te lo imponiamo come cartello. Bongo bongo.

- è socialmente inaccettabile, è proprio il ragionamento che l'Antitrust ha preso come colpevole da parte degli Ordini professionali. E' una gran botta sui coglioni. Solo da sperare che l'Authority non la legga, sennò altro che ascoltare le lamentele dei professionisti.

- è un ragionamento limitato, che si basa sull'idiozia che "lo facciamo solo noi". Perchè se i prezzi venissero fissati in base a cartelli di organizzazioni, ciascuno di noi ne avrebbe un danno, spenderebbe di più. La società arretrerebbe.

- è falsamente egualitario. Si basa sul presupposto che una visita, o un vaccino, sia uguale per tutti. Invece esistono professionisti più abili, sia tecnicamente che come comunicazione con il cliente, che riescono a trasmettere meglio la loro maggiore qualità, e anche attualmente riescono a farsi pagare di più

-uccide l'intelligenza economica. Se il prezzo venisse fissato dal cartello, cesserebbe ogni ricerca del meglio, del migliore, e la conseguente spinta a migliorare. Un vaccino è un vaccino, e amen. Una sterilizzazione è tale, e non esisterebbe più differenziazione. Tutti ci adageremmo su una falsa sicurezza del prezzo. Anche il ragionamento "incasseremmo di più, e miglioreremmo la qualità", è falso. Perchè migliorare, se intanto il cartello manterrebbe il prezzo allo stesso livello?

In conclusione, un'eresia simile la posso tollerare se sproloquiata dai veterinari nelle loro consuete chiacchere da bar, talvolta purtroppo istituzionalizzate (le ho subite pure all'Ordine). Ma mi sembra terribile che un'Associazione che si presenta come rappresentanza dei veterinari pubblichi cose simili. Mi dissocio, visto il contesto.

La concorrenza non può essere vista come un disvalore, non lo è. E' un valore che la legge tutela, e che può migliorare la nostra attività. Certo, è un gioco che bisogna saper giocare, e magari mi sarei aspettato dal gruppo di Practice Management che si scegliesse di migliorare le capacità di gioco dei veterinari, non quella di voler abolire il gioco.

Se siete professionisti:
- mettetevelo in testa. La concorrenza va accettata. Visto che c'è, giocatela al meglio, non con ragionamenti primitivi, ma migliorando la vostra prestazione, facendola risaltare ed apprezzare anche economicamente
- non sproloquiate di ragionamenti insensati, ma cercate di imparare come fare queste cose senza svendere il vostro lavoro
- è giusto aumentare il vostro prezzo, se corrisponde ad una maggior qualità, se arrivate a questo come esito di un processo di crescita e miglioramento. Se il vostro lavoro vale di più, fatevelo pagare. Ma perchè ci arrivate voi, non "un cartello"
- il sito consigliato oggi è Businessdoctor, molto ben scritto, fatto da un ottimo consulente come Alessandro Meloni. Lo consiglio vivamente, ci troverete idee sicuramente molto più raffinate dell'"esco con la clava e spacco tutto" di cui abbiamo discusso.
- in quanto all'iscriversi al Gruppo di Practice Management, in linea teorica direi di sì, potrebbe pure essere utile. Basta che non vi chiedano di essere presentati dagli amici...

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