Un caro lettore mi fa notare alcune importanti questioni a proposito dell'ordinanza sugli avvelenamenti dei cani di cui ho scritto. Ci siamo sentiti per telefono, e ne sono venute fuori alcune note che mi sembrano interessanti.
Si parla di necroscopie obbligatorie, per cui il veterinario "deve inviare le spoglie...all’Istituto Zooprofilattico, che devono sottoporre ad autopsia l’animale ed effettuare entro trenta giorni analisi". Si, ma chi paga? Molti istituti effettuano queste analisi a pagamento, per cui le analisi dovrebbero essere pagate dal proprietario, che però non è detto che ne abbia voglia.
Da qui risaliamo ad un'altra situazione. In generale, gli Istituti Zooprofilattici effettuano questo tipo di analisi gratuitamente se provenienti dalle ASL, a pagamento se lo stesso campione proviene da un veterinario libero professionista.
A campione e analisi uguale corrisponde quindi diverso trattamento economico. Un atteggiamento incoerente, centralista, insensato. Tra l'altro, parlando di avvelenamenti dei cani, proprio i liberi professionisti sono quelli più presenti sul territorio, a contatto con i casi di avvelenamento, con maggiori competenze. Perchè dobbiamo sprecare denaro pubblico, facendo passare le cose da un giro morto come quello dei veterinari ASL? Che si inoltri direttamente all'Istituto Zoprofilattico, e in caso di riscontro positivo, questi siano tenuti alla denuncia. Amen. Che senso ha il passaggio intermedio, inutile e senza senso?
Caso analogo si ha in molti casi, dove una firma di un veterinario pubblico viene ritenuta "idonea", mentre non lo sarebbe quella di un libero professionista. Stessa analisi, stesso laboratorio, sempre invio da parte di un veterinario, pretesa del servizio pubblico di fornire l'unica certificazione valida. Contrariamente ad ogni principio giuridico e di buon senso nonché al principio di sussidiarietà, riconosciuto anche dalla Comunità Europea.
Una delle prime riforme su cui impegnarsi, a costo zero, che migliorerebbe i funzionamenti, ridurrebbe sprechi e costi, è ottenere la parificazione delle firme. Ad uguale esame, effettuato da uguale professionalità, NON può corrispondere considerazione diversa. Se l'invio è effettuato in ossequio ad una legge, il costo deve essere uguale, sia fatto dall'apparato pubblico che da quello privato. Non mi sembra ci vada una grande intelligenza per afferrare il concetto, no?
La concezione del pubblico come "super partes" non ha alcun fondamento. Chi fa l'analisi è poi lo stesso laboratorio, quindi dove sta la differenza??
Il veterinario aziendale è un'altra delle promesse elettorali mancate dell'accordo ANMVI e SIVeMP. Mica ci stupisce, il gioco preferito del sindacato veterinari dipendenti è il poliziotto buono e quello cattivo. Grasselli si muove in un modo, poi la sua base lo sconfessa, lui non si dimette (almeno fino a quando non avrà una collocazione diversa), e allora si rimagia sostanzialmente quello che aveva promesso. Così da vent'anni.
Manco Andreotti è riuscito in tanta opera.
La battaglia per la parificazione delle firme, così la chiamo, è secondo me una delle più moderne e importanti da fare. Non ci possiamo più permetterci sprechi, disorganizzazione, arcaiche posizioni. E' anche il momento buono per farla: la crisi chiede meccanismi più economici, anche al Governo c'è attenzione all'efficienza e al miglioramento della pubblica amministrazione.
Eppure è una battaglia doverosa, semplice, non difficile da vincere. Spero solo che qualcuno la inizi...
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