Per tutta la vita ho sentito, e sento ancora, i veterinari dire che "i clienti non capiscono l'importanza della loro prestazione". Questo a livello privato, professionale, mentre a livello pubblico la lamentela si converte in "l'opinione pubblica non comprende l'importanza della veterinaria", oppure "i politici decidono senza ascoltarci" o cose simili.
Qui mi occupo del versante privato, poi farò un altro post sulla parte "di categoria". Se fate una ricerca per blog veterinari su Google, trovate ben poco. Alcuni interessanti, e li segnalerò, ma molti altri giocati sul tono della comunicazione del "veterinario amico degli animali", "foto curiose" o giù di lì. Manca un'informazione fatta dai veterinari, di livello tecnico, che spieghi ai proprietari l'importanza della visita veterinaria. Sarebbe semplice, non costosa, facilmente praticabile, molto efficace.
Se sto zitto, non posso pretendere che gli altri mi capiscano. Nemmeno mi possono ascoltare, figuriamoci capirmi.
Eppure i veterinari continuano a non dire niente e a lamentarsi. Anche i siti veterinari (non i blog) sono fondamentalmente miseri. A livello mondiale le cose migliorano, anche se manca comunque un'informazione estesa.
Per intenderci, manca una cosa come equidblog, che fornisce informazioni di buon livello con un livello di comunicazione discreto, che dà consigli sensati e corretti.
Anche nelle altre professioni non è che ci sia molto di più, ma qualcosa si vede. Pure i commercialisti o gli avvocati hanno qualche blog professionale, che fornisce informazioni, talvolta di discreto livello. Qualcuno a me fa sorridere, ma è comunque espressione di un certo impegno e dedizione.
La veterinaria ha una particolare scarsità. Perché? Quali i motivi? Alcuni sono sensati, altri ci indicano una disfunzione. Qualcuno ha un risvolto personale:
- non ne ho voglia. In fondo comprensibile, no? Lavoro tutto il giorno, anche nel tempo libero devo pensare al lavoro?
- non ne ho tempo. In realtà si spreca molto tempo in cose non utili. Un'informazione di questo genere avrebbe invece una forte utilità ai fini della professione, perché no, del reddito.
- eh si, io gli dò il consiglio gratis e così perdo una visita. Questa una stupidaggine, in realtà. Il cliente meno informato è proprio quello meno attivo, che ricorre all'aiuto professionale solo quando è nelle grane fino al collo. Non ha saputo conoscere i sintomi di malattia, ha lasciato aggravare la situazione, pensava che il cavallo si rotolasse dalla contentezza ed invece era una colica. Informarlo significa sensibilizzarlo.
- con il consiglio a distanza si corre il rischio di sottovalutare una situazione e farla aggravare. Meglio vedere il caso. E' vero, il consiglio a distanza richiede più attenzione, sensibilità e competenza. Ma questo viene percepito dal proprietario, garantito. Se date un giusto consiglio, in più, viene percepita la vostra eticità. L'animale prima di ogni altra cosa.
Altri motivi sono più generali, fanno parte della percezione del proprio ruolo. Nel caso dell'Italia secondo me abbiamo anche una colpa storica degli Ordini professionali, che hanno avversato la "pubblicità", includendoci anche Internet, e vedendola come disdicevole o non decorosa.
Esiste una ritrosia ad "esporsi", mentre in realtà è proprio quello che un'impresa, un'attività economica deve fare: esporsi, spiegare il proprio ruolo, proporlo con criteri di corretta ed aperta competizione.
Il blog professionale potrebbe essere un'ottima occasione per la categoria veterinaria. Stimolerebbe l'attenzione sui temi animali e della cura, farebbe crescere la consapevolezza de proprietari.
Pensateci su. Alcuni consigli:
- usate il blog. E' la modalità migliore, più semplice, aggiornabile, moderna, interattiva, economica.
- prestate attenzione alla comunicazione. Scrivete in modo semplice, non rifugiandovi nei paroloni o nei termini tecnici. Siate diretti, concreti, non fumosi.
- consultate un esperto di grafica
- se potete, effettuate un lavoro di gruppo. Io penso (e francamente, sto già iniziando a ragionarci) ad un blog dove scrivono una decina di veterinari, esponendo i casi e facendo divulgazione.
Non è così difficile. Basta provarci. Iniziate a pensarci su.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento