17 dicembre 2018

Ogni tanto qualcuno scrive a La Stampa..

Ce ne sono state altre, e periodicamente ritornano.

Mia lettera a La Stampa. Non pubblicata, ma mi pare utile si conosca e si rifletta.
La lettera del 13 dicembre in coda.

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Lavoro come veterinario da trent'anni, e periodicamente si leggono lettere che lamentano un costo eccessivo delle prestazioni della mia categoria, unici professionisti che sono a disposizione del pubblico 24 ore al giorno per 365 giorni all'anno. Il lettore che si lamenta dell'IVA degli alimenti per animali (ma perché non cucina la carne tritata? Avrebbe risolto il suo problema) e delle tariffe "pazzesche" dovrebbe riflettere sui costi dei materiali, tasse (tra cui la stessa IVA al 22%), strumenti, formazione, dipendenti per un servizio specialistico di questo livello. Invece da un lato il lettore non vuole le tasse (l'IVA) dall'altro vuole più prestazioni pubbliche (veterinarie) che peraltro il sistema pubblico non potrebbe fornire, occorrendo dedizione , competenze, investimenti ora inattuabili. E che comunque pagherebbero tutti i cittadini. Esistono assicurazioni sanitarie per i propri animali, che i proprietari responsabili dovrebbero utilizzare. Più ancora della lamentela gratuita.
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Da qualche giorno, sugli scontrini degli Ipermercati compare accanto al prezzo anche l’Iva relativa al prodotto. Con grande stupore ho notato che gli alimenti per cani ma credo per tutti gli animali domestici abbiano un Iva al 22%, come se possedere un animale domestico sia un lusso, si tratta di alimenti, mica di un cappottino o una spazzola, anche il cane o il gatto deve mangiare, come tutti gli esseri viventi. Gli alimenti per gli umani hanno in genere un Iva al 4% o 10%. Se poi vogliamo proprio mettere il dito nella piaga, anche le prestazioni veterinarie hanno tariffe pazzesche, ancora oggi non mi spiego come mai non esista un ticket sanitario per le prestazioni e i farmaci in base al reddito del proprietario. Ci sono anziani soli che trovano negli animali una compagnia ma spesso non hanno le possibilità economiche per curarli. Si pubblicizza di adottare un animale presso i canili e gattili ma poi non si fa nulla per aiutare anche le persone che lo fanno e che dimostrano soprattutto sensibilità ed amore per gli animali».

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