2 novembre 2010

Racconto del giorno dei morti.

John incontrò Bill fuori da un negozio. Anni prima, lo aveva fatto entrare nel County Board (l'Ordine provinciale, diremmo noi) come consigliere, e continuava a esserlo, mentre John era stato sopraffatto dalla nausea e aveva smesso.
"Come va? Che fate?" chiese.
"Siamo potentissimi" rispose Bill.
"Sarà, a dire il vero a tutti sembra che non facciate un cazzo, comunque.."
"Eh, ma sai, sono cambiate le cose.."


John capì che le cose proprio non erano cambiate, e forse nemmeno cambiare le persone a volte basta.


Ancora più nauseato. Quel "potentissimi" era veramente troppo, anche per uno abituato alla puzza come lui.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.
Sono veramente belle frasi costellate di sogni e ideali, mi piace leggerle mentre mi trovo in casa in cerca di un lavoro ormai inesistente, e mi fa pensare che ormai all'età di 32 anni queste parole rappresentano solo un sogno per le generazioni future, eppure quando sono state scritte gli autori sognavano che fossero le fondamenta per il futuro delle generazioni di un intero paese. Di tutte queste parole le uniche che ormai vengono applicate sono quelle legate ai doveri dei cittadini, i diritti ormai sono inesistenti. Mi chiedo solo per quale motivo dovrei pagare le tasse se le stesse non mi aiutano ad avere un lavoro, per quale motivo fidarmi degli ordini professionali se le uniche cose di cui sono capaci è stare vicino ai vecchi e potenti colleghi dimenticandosi dei giovani, sfruttati e malpagati, dagli stessi di cui tutelano gli interessi. A cosa serve un codice deontologico se non viene applicato, non è forse vero che lo stesso codice tutela i rapporti tra colleghi, io considero offensivo essere trattato come uno schiavo da un collega, e dovrebbero essere gli ordini per primi a tutelare i loro iscritti stabilendo delle norme di comportamento o dei modelli contrattuali, ma queste sono solo parole come quelle con cui ho iniziato, solo parole niente di più.
Le parole non servono a nulla e di questo ne sono cosciente altrimenti in questo momento starei vivendo e non sopravvivendo. Mi vergogno di essere italiano, di essere un veterinario e mi vergogno di dire queste parole sentendole. Non esiste organo ufficiale o istituzione a cui chiedere risposte o aiuto siamo solo circondati da ipocrisie. Purtroppo siamo soli e questo so che presto mi porterà a ripudiare il paese in cui sono nato e la professione che ho scelto.

Anonimo ha detto...

La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.
Sono veramente belle frasi costellate di sogni e ideali, mi piace leggerle mentre mi trovo in casa in cerca di un lavoro ormai inesistente, e mi fa pensare che ormai all'età di 32 anni queste parole rappresentano solo un sogno per le generazioni future, eppure quando sono state scritte gli autori sognavano che fossero le fondamenta per il futuro delle generazioni di un intero paese. Di tutte queste parole le uniche che ormai vengono applicate sono quelle legate ai doveri dei cittadini, i diritti ormai sono inesistenti. Mi chiedo solo per quale motivo dovrei pagare le tasse se le stesse non mi aiutano ad avere un lavoro, per quale motivo fidarmi degli ordini professionali se le uniche cose di cui sono capaci è stare vicino ai vecchi e potenti colleghi dimenticandosi dei giovani, sfruttati e malpagati, dagli stessi di cui tutelano gli interessi. A cosa serve un codice deontologico se non viene applicato, non è forse vero che lo stesso codice tutela i rapporti tra colleghi, io considero offensivo essere trattato come uno schiavo da un collega, e dovrebbero essere gli ordini per primi a tutelare i loro iscritti stabilendo delle norme di comportamento o dei modelli contrattuali, ma queste sono solo parole come quelle con cui ho iniziato, solo parole niente di più.
Le parole non servono a nulla e di questo ne sono cosciente altrimenti in questo momento starei vivendo e non sopravvivendo. Mi vergogno di essere italiano, di essere un veterinario e mi vergogno di dire queste parole sentendole. Non esiste organo ufficiale o istituzione a cui chiedere risposte o aiuto siamo solo circondati da ipocrisie. Purtroppo siamo soli e questo so che presto mi porterà a ripudiare il paese in cui sono nato e la professione che ho scelto.

Anonimo ha detto...

La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.
Sono veramente belle frasi costellate di sogni e ideali, mi piace leggerle mentre mi trovo in casa in cerca di un lavoro ormai inesistente, e mi fa pensare che ormai all'età di 32 anni queste parole rappresentano solo un sogno per le generazioni future, eppure quando sono state scritte gli autori sognavano che fossero le fondamenta per il futuro delle generazioni di un intero paese. Di tutte queste parole le uniche che ormai vengono applicate sono quelle legate ai doveri dei cittadini, i diritti ormai sono inesistenti. Mi chiedo solo per quale motivo dovrei pagare le tasse se le stesse non mi aiutano ad avere un lavoro, per quale motivo fidarmi degli ordini professionali se le uniche cose di cui sono capaci è stare vicino ai vecchi e potenti colleghi dimenticandosi dei giovani, sfruttati e malpagati, dagli stessi di cui tutelano gli interessi. A cosa serve un codice deontologico se non viene applicato, non è forse vero che lo stesso codice tutela i rapporti tra colleghi, io considero offensivo essere trattato come uno schiavo da un collega, e dovrebbero essere gli ordini per primi a tutelare i loro iscritti stabilendo delle norme di comportamento o dei modelli contrattuali, ma queste sono solo parole come quelle con cui ho iniziato, solo parole niente di più.

Anonimo ha detto...

Le parole non servono a nulla e di questo ne sono cosciente altrimenti in questo momento starei vivendo e non sopravvivendo. Mi vergogno di essere italiano, di essere un veterinario e mi vergogno di dire queste parole sentendole. Non esiste organo ufficiale o istituzione a cui chiedere risposte o aiuto siamo solo circondati da ipocrisie. Purtroppo siamo soli e questo so che presto mi porterà a ripudiare il paese in cui sono nato e la professione che ho scelto.