22 luglio 2010

isterismi della comunicazione?

La comunicazione della veterinaria pubblica ha un duplice registro, e lo si è visto anche in questi giorni, con la storia delle mozzarelle blu.

Da una parte, quando il consumatore è preoccupato lo si ritiene vittima di "isteria", "inutili allarmismi", quando invece si tratta di protestare contro il blocco delle assunzioni nel settore della sanità pubblica, allora si invoca lo spettro della mucca pazza, di salami a righe, di epidemie e morbi pari all'influenza spagnola.

In ogni caso, il consumatore viene visto come un soggetto passivo, e l'impressione che se ne ha è che si tenda più a manipolarlo che a informarlo. La comunicazione viene sempre vista come un mezzo per ottenere qualcosa piuttosto che quello che è: un diritto dell'utente, del cittadino, che ha diritto a sapere le cose e a ragionare con la sua testa.

A me sembra una strategia molto miope. Anche perché il destinatario del "messaggio" una volta che scopre di essere stato fregato non ti crederà più. Un conto è la comunicazione, altra è la persuasione.

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