14 dicembre 2009

Il farmaco veterinario ed i luoghi comuni

Ancora l'altro ieri, una cena di colleghi, a fianco a me, i soliti luoghi comuni dei veterinari: il farmaco, all'estero lo vendono i veterinari, ecc.
Balle. All'estero i veterinari stanno smettendo di vendere il farmaco.
Troppa la concorrenza con le vendite on line, con i grossisti. Ormai la tendenza sono soluzioni come http://www.vetcentric.com/practices o http://www.vetsource.com/hospitalstaff.html o
http://www.myvetsmeds.com/about.shtm o https://www.mwivet.com/Default.aspx

Sostanzialmente il veterinario non vende niente, si affida a un grossista e ne ricava una percentuale. In alcuni casi l'integrazione avviene con alcuni diffusi sistemi informatici, che creano ricette ad hoc, spedite direttamente al grossista, che poi fa la vendita del farmaco.

Il sistema a me pare funzionante, è un classico dei meccanismi che funzionano: tu cliente hai la comodità, i vantaggi della vendita on line, io ho un lavoro correttamente retribuito ed il farmaco controllato correttamente.
Qui in Italia verrebbe etichettato come "comparaggio", ma in realtà risolverebbe moltissimi problemi, inclusa la circolazione in nero del farmaco.

Inoltre, questa è la dimostrazione che la vendita diretta del farmaco non è così redditizia, lo dico da anni. Meglio chiedere un giusto compenso professionale. Ma qui continuiamo, ripeto, con i luoghi comuni. Imperanti, purtroppo..

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Grazie per lo spunto, ma non sono del tuo stesso avviso, perchè siamo italiani e non europei (Beppe Severgnini insegna) e la faccenda è più complessa.
Da un lato dovremmo vincere l'imbarazzo della vendita di qualcosa, dopo la svendita del compenso.La difficoltà è enorme ma superabile soprattutto perchè si tratta di un costo che è stampato sulla confezione e quindi insindacabile(sindrome da psiche contorta del veterinario). Non so se ti è mai capitato, ma qui, alla fine della prestazione, il veterinario è terrorizzato dalla fatidica domanda del proprietario: va bene dottore,... e... non so...,e devo qualcosa?.
Sarebbe inoltre una maniera per educare il veterinario perchè inizierebbe a notare che la sua parcella è sempre, costantemente inequivocabilmente più bassa del costo della confezione di integratori prescritta.
Dall'altra parte il nostro cliente ama le relazioni personali e non rinuncerebbe così facilmente al suo farmacista per ordinare online.
Questa penso che sia la vera verità, anche perchè non mi sembra che le farmacie risentino della vendita del farmaco online.
Alla fine non viene intaccato il business del grossista che invece di fornire farmacie, fornisce ambulatori, le aziende farmaceutiche sarebbero anche contente perchè non ci sarebbe dispersione di prescrizioni(molto spesso il cliente esce dall'ambulatorio con la ricetta, ma non acquista il farmaco) e comunque sarebbe una sorta di risarcimento per la veterinaria che si è vista soffiare via tanti settori da parte di tante figure professionali.
Grazie

corrado colombo ha detto...

Grazie a te per il commento. Ho timore che i veterinari farebbero a gara a fare i ribassi maggiori. Io a dire il vero trovo la jungla. Ieri mi parlavano di importazioni illegali di vermifughi e farmaci dalla Romania, pare ci sia un certo smercio...
Decisamente un argomento interessante. Grazie ancora,
corrado