21 agosto 2009

Barzellette e marketing

Estate, tempo di letture leggere, come la Settimana Enigmistica. Leggo due barzellette, che mi sembra abbiano un interesse più generale. Nello stile della SE, ovviamente, caste e ingenue.

Un contabile che ha perso il posto decide di darsi al commercio e acquista cinquanta meloni ad un euro l'uno. Li rivende ad un euro l'uno, e alla sera dice alla moglie "Mi sembra di non aver guadagnato molto". Lei risponde: "Te l'avevo detto io, dovevi comprarne di più!"

In molti casi, vedo dei miei colleghi lavorare con criteri simili. Abituati al vecchio paradigma in cui magari il veterinario faceva molte visite al giorno, ora difficilmente ancora valido, chiedono prezzi che non compensano nemmeno il singolo lavoro, un po' "per fare clientela", un po' "perché sulla quantità", sbagliando in tutti e due i casi.

Anche quando i supermercati vendono sottocosto, in realtà fanno i loro calcoli. Vendo il parmigiano sottocosto, ma intanto il cliente compra anche i pomodori. Nel caso dei servizi professionali questa contemporaneità è molto più difficile da raggiungere. Se faccio un lavoro deve esserci un compenso professionale, anche piccolo, ma deve esserci. Sennò non riesco poi a fare il mio lavoro, che è l'unica cosa che ho da vendere. la quantità non esiste, i costi fissi e quelli variabili devono sempre essere pagati, altrimenti il bilancio va in rosso, e velocemente.

Nell'altra barzelletta, un dialogo tra avvocato e cliente:
"Qual'è la sua parcella?"
"Mille euro per tre domande"
"Non le sembra un po' caro?"
"No, assolutamente. Qual'è la terza domanda?"

Cogliendo l'esagerazione, anche qui, alcune lezioni semplici ma efficaci.
Meglio perdere subito un cliente più interessato al prezzo che alla qualità. Far capire subito che le regole ci sono, e a garanzia di cliente e professionista. Far rispettare da subito le regole al cliente. E ovviamente rispettarle noi. Ma questo è un altro discorso.

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