Una gentile e peperina lettrice mi scrive chiedendomi cosa ne penso del risultato delle elezioni FNOVI. Giusto. Non ne ho ancora scritto.
La faccio breve. Onanismo culturale. Nel senso che vedo le solite autocelebrazioni che hanno a tema "il mondo è contro di noi", oppure "dobbiamo contare di più" o "abbiamo cambiato il mondo". Senza rapporto con la realtà. Non puoi continuare a dire che ce l'hanno con te una volta l'antitrust, l'altra la società, l'altra i giornalisti. E poi la solita pretesa di voler contare di più, ma per dire cosa? E poi, questo futuro, come sarebbe cambiato? A me sembra non molto, e se sì, non so se me ne vanterei.
Chiarisco una cosa per sempre. Non è una cosa verso Penocchio, il problema sono le riforme e/o i meccanismi che regolano il sistema ordinistico.
La FNOVI è immersa in un loop conservatore e antiriforma. Leggete il manifesto elettorale, soprattutto leggete la relazione sugli anni passati. Basta, per favore.
Ancora le tariffe professionali e i limiti alla pubblicità sanitaria. Addirittura, con una lettura totalmente fantasiosa, si spaccia per normativa un qualcosa che non ha nessun valore nel settore delle medicine non convenzionali. Si vorrebbero normare limiti alla pubblicità e criteri formativi senza alcun potere nel settore.
A me piacerebbe pure che gli omeotossicologi fossero innanzitutto veterinari, ma non esiste alcun potere della FNOVI per stabilire questo. Meno che mai l'acclarata competenza o i limiti alla pubblicità. Per il principio legale della superiorità delle fonti, la FNOVI NON può normare in modo diverso dalle leggi dello Stato. Tantomeno può imporre qualcosa ai non veterinari. Stop. Chiunque pensi o lasci pensare diversamente è un bugiardo.
Torniamo al Comitato Centrale eletto. Innanzitutto il meccanismo di scelta, cioè solo componenti dei consigli degli Ordini. Meccanismo sensato. Ho notato spesso come chi parla di Ordini non ne abbia mai fatto parte e non ne comprenda le funzioni ed i meccanismi. Almeno in questo modo i componenti il CC sanno di cosa stanno parlando. Il problema è che di per sé un meccanismo del genere è fuorviante.
E' molto "elettorale", e ovviamente premia gli Ordini più importanti a questo fine: Torino, Roma, Milano. Più voti, più potere. Un meccanismo che consente a chi ne ha i mezzi di concentrare in questa direzione i propri sforzi elettorali. Mi impegno e concentro su quei tre Ordini, li vinco, ottengo una grande forza in sede FNOVI.
Ma peggio ancora è svincolato da ogni competenza, da ogni progettualità. Insomma, non basta mettere insieme i Presidenti per creare un progetto, anzi probabilmente si incarna il massimo dell'establishment, del no al cambiamento. Purtroppo quello che è stato diffuso come manifesto elettorale non fa sperare in bene. Linguaggio molto fumoso, politichese, quasi. Slogan, a cui il Presidente pare affezionato, ma senza un collegamento con la realtà. (Vorremmo sapere quali sarebbero le azioni o le immaginazioni che ci propone. Davvero. Vorremmo conoscerle.)
In una nota diffusa si dice che "per la prima volta nella nostra storia il governo della FNOVI è gestito in via esclusiva dagli Ordini". Questa è la conferma di quanto abbiamo sempre detto, cioè che comandavano forze esterne.
Non ci bastano ora queste affermazioni generiche di indipendenza per pensare che sia cambiato qualcosa.
Ma lasciamo una porta aperta. Auguriamo un buon lavoro al nuovo Comitato Centrale della FNOVI. Speriamo che sappiano svolgere un lavoro nuovo, libero da influssi esterni, retoriche e slogan vuoti.
Un consiglio. Che non agiscano subito, ma prima pensino. Che si pongano la domanda: come immagino la veterinaria tra 10 anni? Lo mettano per iscritto, facciano un tema, come alle superiori. Siano specifici, con cose concrete. Poi lo consegnino al Presidente, e che lui veda se ne tira fuori qualcosa.
Ma che prima di scrivere guardino alla finestra, al mondo, alla vita. Sennò si continua a restare nel pantano.
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