19 agosto 2015

Polemiche tra teste dure: la FNOVI e Sassari.

La vicenda che vede contrapposte la FNOVI, la Facoltà di Veterinaria dell'Università di Sassari, l'Ordine della stessa città, secondo me consente degli spunti interessanti e riflessioni sulle tre istituzioni e sul loro operato. Direi che nessuna parte ne esce bene, ma si potrebbero almeno trarre delle conclusioni con una qualche utilità. Non finirà così, perché tutti sono più interessati a cercare un loro piccolo potere, ma niente ci esime da questi ragionamenti.

Riassumiamo i fatti: la Facoltà di Veterinaria emette un bando per una "borsa di studio" per un veterinario che operi presso l'ospedale didattico per una cifra assolutamente ridicola, la FNOVI protesta perché il professionista verrebbe pagato pochi centesimi di euro a ora, rimbrottando l'Ordine e con toni duri anche l'Università. Sia Ordine che Facoltà rispondono piccati e risentiti. FNOVI ribatte ancora più dura.

Relativamente all'Università va assolutamente evidenziato il fatto che il bando sia stato scritto in maniera incompleta ed evidentemente imprecisa, con grave mancanza amministrativa: non si può pensare di non specificare in un bando il numero di ore lavorative, il mansionario, ciò che si richiede da chi voglia partecipare. Francamente viene il sospetto che si tratti di uno di quei bandi emessi per giustificare una situazione già esistente, oppure "fare mettere un piede dentro" a qualcuno che poi si voglia successivamente assumere nell'Università. Non sarebbe la prima volta, purtroppo in Italia siamo un po' abituati a queste cose. Relativamente alle spiegazioni date poi dal Preside della Facoltà, queste paiono traballanti, perché si afferma che i turni di lavoro sarebbero di due ore circa, circostanza che ricorda tanto quella situazione in cui un veterinario dell'Asl di Trapani venne incaricato per un minuto d'ora di lavoro alla settimana, semplicemente per fargli guadagnare posti in graduatoria in vista di un'assunzione finale. Vorrei tanto essere smentito, ma rimane la mia impressione sulle circostanze di questo stranissimo bando.

Il Preside dell'Università di Sassari si lamenta però anche per la mancanza di cortesia istituzionale da parte della FNOVI, che a suo dire avrebbe potuto richiedere informazioni, in modo anche informale, per evitare questo contrasto. Questo anche secondo me è un grande limite di questa FNOVI, che non conosce la regola per cui prima di scrivere è meglio parlare. Intendiamoci, a me non piacciono le soluzioni "tarallucci e vino" in cui un contrasto viene risolto all'italiana con poca trasparenza e chiarezza, ma certamente la Federazione mostra in questo e tanti altri frangenti un comportamento che appare quello classico dell'elefante nel negozio di cristalli. Sarebbe stata indubbiamente preferibile una telefonata preliminare, anche dura, di protesta, seguita da un comunicato analogamente duro ma in un contesto almeno educato. In questo senso dobbiamo rimpiangere quello che per altri versi è stato un Presidente FNOVI molto all'antica e molto criticato come Domenico D'Addario, che però non avrebbe mai commesso una scortesia come questa.

Non è pensabile che un Presidente di Ordine si veda dirigere una critica a mezzo stampa o raccomandata, francamente è molto più che uno sgarbo istituzionale, è proprio muoversi malamente da parte di chi dovrebbe invece svolgere una funzione di unione, ma troppo spesso ha mostrato di dividere la Veterinaria, spesso in modo francamente insensato.

Relativamente all'Ordine, il Presidente Andrea Sarria pone analogamente una critica giusta al ruolo della FNOVI, che non è quello di intervenire direttamente in faccende del genere, rivendicando quindi giustamente la prevalenza dell'Ordine provinciale su argomenti come la dignità del lavoro professionale.

Resta il fatto che l'Ordine non ha comunque fatto niente, e quindi mi pare che la posizione sia un po' "queste sono cose che dovrei fare io, e se anche non faccio niente tu non devi mettere becco", sinceramente un po' posizione pretestuosa, anche se la critica alle ruolo della FNOVI, che in questi anni sembra aver sempre prevaricato gli Ordini provinciali, considerandoli quasi come uffici periferici di un'organizzazione centrale, è fondatissima.

Anche qui, il modo di comportarsi della Federazione romana è stato oltremodo sbagliato e direi pure un po' villano, al limite dell'inaccettabile. Non parliamo poi del tono della lettera, vagamente minatorio, quasi al limite del tono mafioso: "Quanto capitale siete disposti a rischiare?" evoca rischi che sanno di minaccia...

In ogni caso non aver dialogato preventivamente, non aver cercato una posizione di mediazione, e comunque aver portato delle critiche in questo modo, conferma un'interpretazione del proprio ruolo sbagliata, come quella di un arbitro che inizi a tirare calci al pallone.

Ma il vero problema deriva dal fatto che la FNOVI, che giustamente critica il bando di Sassari,  non evidenzia invece le migliaia di situazioni di sfruttamento che si verificano giornalmente presso le grandi cliniche, le catene di ambulatori, anche gli ambulatori piccoli, ai danni di professionisti generalmente giovani, che non si vedono riconosciuti i diritti che invece hanno, in una sorta di caporalato professionale, senza riconoscimento economico, senza nessuna finalità di apprendimento pratico, in un territorio banditesco che porta danno a tutti. Abbiamo giovani veterinari sfruttati bellamente, per i quali la Federazione e gli Ordini non dicono niente. Perché questa differente sensibilità verso l'Università e invece l'accondiscendenza verso la parte meno sana della professione? Forse perché quest'ultima porta più voti?

A me pare che i tempi siano maturi per creare quello che in altre nazioni esiste, e cioè un contratto collettivo nazionale di lavoro  (clicca qui per quello francese) che regolamenti i diritti dei liberi professionisti che lavorano presso le strutture veterinarie di qualsiasi tipo e i doveri di queste ultime, in modo dettagliato e preciso. Non basta mettere nel codice deontologico una generica affermazione di rispetto della professionalità, queste sono modalità che lasciano il tempo che trovano, generiche come lo è il bando dell'Università di Sassari, che lascia spazio a qualsiasi scorrettezza. Al di fuori delle caratteristiche legali, mi pare sia il momento di terminare questo periodo oscuro di mancato rispetto dei colleghi e bieco sfruttamento.

Non solo la Facoltà di Veterinaria se non ha i soldi per pagare veterinari chiuda l'ospedale, lo facciano anche le cliniche veterinarie, se non hanno i soldi per mantenere un servizio di 24 ore, che stiano chiuse la notte, in modo più corretto e rispettoso per tutti.

Questa sarebbe la vera conclusione da trarre da tutta questa sgradevole vicenda, se le tre istituzioni non fossero forse più interessate ad affermare il loro spazio, il loro piccolo quotidiano potere, in questa purtroppo decadente Italia…

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