Riguardo
alla questione Groupon e la veterinaria, mi sembra che siano state fatte delle
analisi, o che si corra il rischio di farle, almeno superficiali. Non si
può considerare, come professionisti, solo il parametro "quanto prende
quello meno di me". Nemmeno i clienti più rozzi lo farebbero. Chi mai
cercherebbe un chirurgo solo in base al suo prezzo? Indubbiamente, come poi
vedremo, per certe prestazioni questo ragionamento può avere una sua
forza, ma anche per i "price shoppers" più sfrenati il costo non è mai l’unico
aspetto considerato.
"rischiamo di fare delle analisi almeno superficiali se non rozze"
Teniamo
innanzitutto presenti le specificità della prestazione veterinaria, soprattutto
riferita agli animali da affezione, quelli più interessati al fenomeno Groupon.
Esiste innanzitutto un limite geografico, vale a dire che per una vaccinazione
o un intervento chirurgico di base o un semplice controllo nessuno si
sposterebbe più di quello che il costo legato al viaggio consente. In altri
termini, non vado fino a Roma per risparmiare 30 euro. Non è ipotizzabile un
fenomeno come quello dei dentisti croati o ungheresi, il cosiddetto
"turismo sanitario". Inoltre la domanda di prestazioni veterinarie è
abbastanza rigida: non è che perché il vaccino costa poco ne faccio fare uno al
mese. Ho l'esigenza una volta all'anno ed è quella che voglio soddisfare.
Esiste
anche un limite al "fai da te", perché se posso effettuare il vaccino
da solo, basta che in qualche modo me lo procuri, per tutto il resto posso fare
una automedicazione, ma esistono dei limiti, sia perché il primo problema è la
diagnosi, sia perché i farmaci per i nostri animali sono diversi da quelli che
usiamo per noi stessi. Poi le confezioni spesso sono multiple, magari ho
bisogno della certificazione, insomma, anche per i vaccini la questione non è
così diretta.
Occorre
quindi considerare globalmente l'impatto della
"veterinaria Groupon" sulla professione. Alcune prestazioni, essenzialmente quelle in cui la professionalità ha un peso
minore, possono essere sottoposte ad un
acquisto legato al prezzo: vaccinazioni, esami del sangue (in parte), acquisti
di farmaci o mangimi, profilassi annuali (contro la filaria ad esempio), e poi
poco altro.
Altra
considerazione è che la "veterinaria Groupon" porta dal veterinario
soprattutto persone che non ci sarebbero andate. Per certi versi persone che
magari in un periodo di ristrettezze economiche avrebbero tagliato la spesa
della vaccinazione del cane o della profilassi della filariosi, oppure persone
che nemmeno ci pensavano e invece, vista la convenienza economica, si sono
detti "per questa cifra lo porto, magari non mi dice granché ma rischio
poco".
Io
stesso, quando ho acquistato alcune offerte Groupon ho visitato ristoranti
dove non sarei altrimenti andato. L'occasione economica mi ha solleticato, ho
fatto l'esperienza, se il ristorante o il servizio acquistato mi è piaciuto magari ci tornerò a prezzo intero, oppure aspetterò un'altra iniziativa di
sconto Groupon, oppure non ci andrò più. Francamente, io personalmente non ne
ho tratto un grande entusiasmo. O l’offerta speciale lascia unìimpressione fenomenale,
o probabilmente tende ad essere un episodio che non si ripete. Saranno
interessanti in questo senso le valutazioni dei Colleghi che cj hanno provato.
Chiediamoci
quindi quale sia l'impatto reale sulla professione e se globalmente prevalga
l'aspetto negativo (un complessivo minore incasso per le prestazioni) o quello
positivo (più persone che conoscono il servizio veterinario e in futuro ne
usufruiranno, magari a prezzo intero).
Esiste anche un indotto dalla prestazione Groupon. Ovviamente, i veterinari che
aderiscono ci contano, non sono stupidi: sperano che in seguito a quella visita
realizzata a prezzi scontati si creerà un rapporto con il proprietario e loro
potranno eseguire prestazioni a prezzo intero. Questa è una cosa evidente a
tutti, anche il cliente, il proprietario capisce che in qualche modo il
professionista cercherà di "agganciare" una prestazione a quella
scontatai. Tutti sappiamo che le offerte speciali servono a trainare le vendite
normali, no? Sono un tipo di marketing, ne più ne meno. Quindi si può
realizzare una situazione in cui io ci rimetto sulle vaccinazioni, ma poi
guadagno da altro. Anche questo sarà da giudicare su una base statistica.
Dobbiamo
anche analizzare la questione nel contesto del particolare periodo storico ed
economico che stiamo vivendo. Un'altra caratteristica della prestazione
veterinaria è che è facilmente eliminabile, soprattutto le prestazioni ad alto
impatto Groupon, quelle che abbiamo appena ricordato. Di fronte ad una crisi
economica il proprietario dell'animale facilmente salta la vaccinazione, non
effettua le analisi del sangue, tende a procrastinare il controllo medico.
Valutare
quindi la questione della "veterinaria Groupon" non è una semplice
somma matematica, ma piuttosto una raffinata espressione algebrica, se non un
impegnativo calcolo differenziale. A me sembra che invece si stia facendo un'analisi
che non tiene presente questi fattori che abbiamo appena ricordato, e
probabilmente anch'io ne dimentico altri.
Io penso
che l'impatto globale dato da queste iniziative sia più positivo che negativo:
si sostiene la domanda in un momento di crisi, si aiutano i proprietari a
superare questa fase non scaricandola sulla pelle dei propri animali, si crea
un minimo di vivacità economica che potrebbe essere essenziale durante questa
travagliata crisi economica.
Abbiamo
invece visto unicamente delle reazioni di tipo conservatore, ma non sarebbe
questo il problema. È che mancano le proposte alternative a esperimenti
economici di questo genere. A me pare che il mese della prevenzione, che è anche
peggio dal punto di vista economico, lo sia anche dal punto di vista
strategico: quella è un'iniziativa con poca trasparenza, non si possono
conoscere i numeri, ad esempio.
Quindi, un'analisi complessa. Perché
si sono alzate allora tutte queste critiche? Nel caso di ANMVI credo che
fondamentalmente sia perché "non lo abbiamo fatto noi". Il discorso è
che con iniziative tipo quelle Groupon si lascia spazio ad iniziative
individuali, non controllate, difficilmente controllabili e quindi salta un “potere”,
ed è forse questo il problema ANMVI.
Io penso che il controllo dovrebbe
essere invece effettuato non per il prezzo, ma per la qualità. Groupon dice ai
suoi fruitori "Qualcosa non è andato bene? Diccelo". Ecco, forse
questo è il nodo centrale. Il controllo di qualità teoricamente dovrebbe essere
fatto dall'Ordine, mentre nella realtà lo fa invece Groupon, e forse anche
meglio.
Bisogna che anche il cliente Groupon
riceveva una corretta qualità della prestazione. Dobbiamo certamente anche
chiarire, come veterinari, alcuni punti fondamentali, ad esempio chiederci se può essere corretto
che per un prezzo scontato si abbia una minore qualità della prestazione.
Un altro punto dolente: Groupon in
qualche modo stabilisce dei parametri minimi di qualità, richiede un impegno ai
professionisti. Abbiamo visto ad esempio in un'offerta stabilire che "la
visita non doveva durare meno di mezz'ora". Sarà poco, ma è già un
parametro, mentre le stesse garanzie non esistono per le prestazioni
"normali".
Bisogna quindi che venga effettuato
un controllo, che la prestazione scontata non sia una fregatura ma sia
corretta, soprattutto in rispetto delle esigenze dell'animale. Data la
situazione attuale, il cliente rischia addirittura più una fregatura con i
parametri normali che con quelli Groupon: almeno lì sa già il prezzo e la
natura della prestazione, mentre sennò “va dal veterinario” e non sa quanto
spenderà, che cosa avrà. In tempi di crisi non è irrilevante. Insomma, il problema è che chi critica Groupon non effettua invece i controlli che invece il "sistema discount" effettua.
"il problema è che i controlli sono maggiori con Groupon che con il sistema degli Ordini"
Dobbiamo ancora chiederci come i veterinari che non intendono aderire a proposte di questo genere debbano comportarsi, mi sembra giusto che esistano strategie commerciali, economiche, di marketing totalmente distaccate da quella dello sconto. Ci mancherebbe ancora.
Secondo me la risposta sta nel
creare soluzioni differenti ma che diano sempre caratteristiche di economicità,
chiarezza e certezza del prezzo, qualità della prestazione. Occorre sostituire
da parte dei professionisti il parametro "meno prezzo" con un
parametro "più...", dove al posto dei puntini ci mettete quello che volete,
appunto io suggerirei più qualità, più servizio, più comodità, più chiarezza e
trasparenza, ma qui che ognuno scelga la propria strategia. Se avremo questo
meccanismo, se si creeranno risposte nuove strategie complessive che porteranno ad un taglio degli sprechi, delle inefficienze, ad un miglioramento delle
prestazioni, avremo fatto un passo in avanti tutti, e probabilmente saranno
avvantaggiati i veterinari che sceglieranno strategie più complesse della
semplice adesione a Groupon, rispettando le esigenze di tutti.
4 commenti:
Ho già commentato la volta scorsa, e non posso che trovarmi d'accordo più o meno su tutto anche in questa occasione. Tra l'altro, non avevo visto questo articolo (http://www.anmvioggi.it/13110/30-09-11/deriva-low-cost-si-mobilitano-gli-ordini) su anmvioggi che getta una luce sinistra sull'aspetto del controllo. Credo che il problema non stia tutto lì in ogni caso; gli Ordini (non solo veterinari, benintesi) sono associazioni reazionarie e conservatrici per antonomasia, e senza avere neanche delle motivazioni valide di solito. Salvo poi dire, se l'idea tanto osteggiata si rivela vincente, "ma noi eravamo d'accordo sin dall'inizio, è che non avete capito cosa intendevamo". Sarei pronta a scommetterci.
Grazie della segnalazione, Silvia. Comportamento che starebbe meglio in un film di mafiosi che in una Federazione di Ordini.
Concordo con le tue valutazioni, come ho già detto per me andrebbero aboliti gli ordini professionali, si dovrebbe liberalizzare veramente la pubblicità come pure l'offerta di servizi, contando che servizi scadenti si autoescludono dal mercato, specie in periodi come questo; se poi vogliamo completare il quadro, possiamo anche tracciare i pagamenti fino a 10 €, ma con IRPEF al 18% e IVA al 10%; cosa ne pensi?
Caro Marco, scusa il ritardo. Non sono sicurissimo che servizi scadenti si autoescludano dal mercato. io penso che la curva sia bifasica. in un primo momento si, ma poi si rischia il no. Su IVA e IRPEF, come non essere d'accordo? ma mi sa che è dura..
Grazie del commento,
corrado
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