6 ottobre 2011

Groupon. Un'analisi un po' più completa.

Riguardo alla questione Groupon e la veterinaria, mi sembra che siano state fatte delle analisi, o che si corra il rischio di farle, almeno superficiali. Non si può considerare, come professionisti, solo il parametro "quanto prende quello meno di me". Nemmeno i clienti più rozzi lo farebbero. Chi mai cercherebbe un chirurgo solo in base al suo prezzo? Indubbiamente, come poi vedremo, per certe prestazioni questo ragionamento può avere una sua forza, ma anche per i "price shoppers" più sfrenati il costo non è mai l’unico aspetto considerato.

"rischiamo di fare delle analisi almeno superficiali se non rozze"

Teniamo innanzitutto presenti le specificità della prestazione veterinaria, soprattutto riferita agli animali da affezione, quelli più interessati al fenomeno Groupon. Esiste innanzitutto un limite geografico, vale a dire che per una vaccinazione o un intervento chirurgico di base o un semplice controllo nessuno si sposterebbe più di quello che il costo legato al viaggio consente. In altri termini, non vado fino a Roma per risparmiare 30 euro. Non è ipotizzabile un fenomeno come quello dei dentisti croati o ungheresi, il cosiddetto "turismo sanitario". Inoltre la domanda di prestazioni veterinarie è abbastanza rigida: non è che perché il vaccino costa poco ne faccio fare uno al mese. Ho l'esigenza una volta all'anno ed è quella che voglio soddisfare.

Esiste anche un limite al "fai da te", perché se posso effettuare il vaccino da solo, basta che in qualche modo me lo procuri, per tutto il resto posso fare una automedicazione, ma esistono dei limiti, sia perché il primo problema è la diagnosi, sia perché i farmaci per i nostri animali sono diversi da quelli che usiamo per noi stessi. Poi le confezioni spesso sono multiple, magari ho bisogno della certificazione, insomma, anche per i vaccini la questione non è così diretta.

Occorre quindi considerare globalmente l'impatto della "veterinaria Groupon" sulla professione. Alcune prestazioni, essenzialmente quelle in cui la professionalità ha un peso minore, possono essere sottoposte ad un acquisto legato al prezzo: vaccinazioni, esami del sangue (in parte), acquisti di farmaci o mangimi, profilassi annuali (contro la filaria ad esempio), e poi poco altro.

Altra considerazione è che la "veterinaria Groupon" porta dal veterinario soprattutto persone che non ci sarebbero andate. Per certi versi persone che magari in un periodo di ristrettezze economiche avrebbero tagliato la spesa della vaccinazione del cane o della profilassi della filariosi, oppure persone che nemmeno ci pensavano e invece, vista la convenienza economica, si sono detti "per questa cifra lo porto, magari non mi dice granché ma rischio poco".

Io stesso, quando ho acquistato alcune offerte Groupon ho visitato ristoranti dove non sarei altrimenti andato. L'occasione economica mi ha solleticato, ho fatto l'esperienza, se il ristorante o il servizio acquistato mi è piaciuto magari ci tornerò a prezzo intero, oppure aspetterò un'altra iniziativa di sconto Groupon, oppure non ci andrò più. Francamente, io personalmente non ne ho tratto un grande entusiasmo. O l’offerta speciale lascia unìimpressione fenomenale, o probabilmente tende ad essere un episodio che non si ripete. Saranno interessanti in questo senso le valutazioni dei Colleghi che cj hanno provato.

Chiediamoci quindi quale sia l'impatto reale sulla professione e se globalmente prevalga l'aspetto negativo (un complessivo minore incasso per le prestazioni) o quello positivo (più persone che conoscono il servizio veterinario e in futuro ne usufruiranno, magari a prezzo intero).

Esiste anche un indotto dalla prestazione Groupon. Ovviamente, i veterinari che aderiscono ci contano, non sono stupidi: sperano che in seguito a quella visita realizzata a prezzi scontati si creerà un rapporto con il proprietario e loro potranno eseguire prestazioni a prezzo intero. Questa è una cosa evidente a tutti, anche il cliente, il proprietario capisce che in qualche modo il professionista cercherà di "agganciare" una prestazione a quella scontatai. Tutti sappiamo che le offerte speciali servono a trainare le vendite normali, no? Sono un tipo di marketing, ne più ne meno. Quindi si può realizzare una situazione in cui io ci rimetto sulle vaccinazioni, ma poi guadagno da altro. Anche questo sarà da giudicare su una base statistica.

Dobbiamo anche analizzare la questione nel contesto del particolare periodo storico ed economico che stiamo vivendo. Un'altra caratteristica della prestazione veterinaria è che è facilmente eliminabile, soprattutto le prestazioni ad alto impatto Groupon, quelle che abbiamo appena ricordato. Di fronte ad una crisi economica il proprietario dell'animale facilmente salta la vaccinazione, non effettua le analisi del sangue, tende a procrastinare il controllo medico.

Valutare quindi la questione della "veterinaria Groupon" non è una semplice somma matematica, ma piuttosto una raffinata espressione algebrica, se non un impegnativo calcolo differenziale. A me sembra che invece si stia facendo un'analisi che non tiene presente questi fattori che abbiamo appena ricordato, e probabilmente anch'io ne dimentico altri.

Io penso che l'impatto globale dato da queste iniziative sia più positivo che negativo: si sostiene la domanda in un momento di crisi, si aiutano i proprietari a superare questa fase non scaricandola sulla pelle dei propri animali, si crea un minimo di vivacità economica che potrebbe essere essenziale durante questa travagliata crisi economica.

Abbiamo invece visto unicamente delle reazioni di tipo conservatore, ma non sarebbe questo il problema. È che mancano le proposte alternative a esperimenti economici di questo genere. A me pare che il mese della prevenzione, che è anche peggio dal punto di vista economico, lo sia anche dal punto di vista strategico: quella è un'iniziativa con poca trasparenza, non si possono conoscere i numeri, ad esempio.

Quindi, un'analisi complessa. Perché si sono alzate allora tutte queste critiche? Nel caso di ANMVI credo che fondamentalmente sia perché "non lo abbiamo fatto noi". Il discorso è che con iniziative tipo quelle Groupon si lascia spazio ad iniziative individuali, non controllate, difficilmente controllabili e quindi salta un “potere”, ed è forse questo il problema ANMVI.

Io penso che il controllo dovrebbe essere invece effettuato non per il prezzo, ma per la qualità. Groupon dice ai suoi fruitori "Qualcosa non è andato bene? Diccelo". Ecco, forse questo è il nodo centrale. Il controllo di qualità teoricamente dovrebbe essere fatto dall'Ordine, mentre nella realtà lo fa invece Groupon, e forse anche meglio.

Bisogna che anche il cliente Groupon riceveva una corretta qualità della prestazione. Dobbiamo certamente anche chiarire, come veterinari, alcuni punti fondamentali, ad esempio chiederci se può essere corretto che per un prezzo scontato si abbia una minore qualità della prestazione.

Un altro punto dolente: Groupon in qualche modo stabilisce dei parametri minimi di qualità, richiede un impegno ai professionisti. Abbiamo visto ad esempio in un'offerta stabilire che "la visita non doveva durare meno di mezz'ora". Sarà poco, ma è già un parametro, mentre le stesse garanzie non esistono per le prestazioni "normali".

Bisogna quindi che venga effettuato un controllo, che la prestazione scontata non sia una fregatura ma sia corretta, soprattutto in rispetto delle esigenze dell'animale. Data la situazione attuale, il cliente rischia addirittura più una fregatura con i parametri normali che con quelli Groupon: almeno lì sa già il prezzo e la natura della prestazione, mentre sennò “va dal veterinario” e non sa quanto spenderà, che cosa avrà. In tempi di crisi non è irrilevante. Insomma, il problema è che chi critica Groupon non effettua invece i controlli che invece il "sistema discount" effettua.

"il problema è che i controlli sono maggiori con Groupon che con il sistema degli Ordini"


Dobbiamo ancora chiederci come i veterinari che non intendono aderire a proposte di questo genere debbano comportarsi, mi sembra giusto che esistano strategie commerciali, economiche, di marketing totalmente distaccate da quella dello sconto. Ci mancherebbe ancora.

Secondo me la risposta sta nel creare soluzioni differenti ma che diano sempre caratteristiche di economicità, chiarezza e certezza del prezzo, qualità della prestazione. Occorre sostituire da parte dei professionisti il parametro "meno prezzo" con un parametro "più...", dove al posto dei puntini ci mettete quello che volete, appunto io suggerirei più qualità, più servizio, più comodità, più chiarezza e trasparenza, ma qui che ognuno scelga la propria strategia. Se avremo questo meccanismo, se si creeranno risposte nuove strategie complessive che porteranno ad un taglio degli sprechi, delle inefficienze, ad un miglioramento delle prestazioni, avremo fatto un passo in avanti tutti, e probabilmente saranno avvantaggiati i veterinari che sceglieranno strategie più complesse della semplice adesione a Groupon, rispettando le esigenze di tutti.

Questo si chiama accettare le sfide, progettare un futuro, cercare il miglioramento. Secondo me può funzionare, mentre sicuramente non può funzionare il "divieto per legge", forse la risposta più stupida, inconcludente, antipatica perché crea un'idea di "casta" e superficiale. Come ho già detto, non mi spaventano le domande difficili ma piuttosto le risposte semplici. Io ho cercato di proporre qualche risposta idonea, ditemi le vostre. 

4 commenti:

Silvia ha detto...

Ho già commentato la volta scorsa, e non posso che trovarmi d'accordo più o meno su tutto anche in questa occasione. Tra l'altro, non avevo visto questo articolo (http://www.anmvioggi.it/13110/30-09-11/deriva-low-cost-si-mobilitano-gli-ordini) su anmvioggi che getta una luce sinistra sull'aspetto del controllo. Credo che il problema non stia tutto lì in ogni caso; gli Ordini (non solo veterinari, benintesi) sono associazioni reazionarie e conservatrici per antonomasia, e senza avere neanche delle motivazioni valide di solito. Salvo poi dire, se l'idea tanto osteggiata si rivela vincente, "ma noi eravamo d'accordo sin dall'inizio, è che non avete capito cosa intendevamo". Sarei pronta a scommetterci.

corrado colombo ha detto...

Grazie della segnalazione, Silvia. Comportamento che starebbe meglio in un film di mafiosi che in una Federazione di Ordini.

Marco Grosso ha detto...

Concordo con le tue valutazioni, come ho già detto per me andrebbero aboliti gli ordini professionali, si dovrebbe liberalizzare veramente la pubblicità come pure l'offerta di servizi, contando che servizi scadenti si autoescludono dal mercato, specie in periodi come questo; se poi vogliamo completare il quadro, possiamo anche tracciare i pagamenti fino a 10 €, ma con IRPEF al 18% e IVA al 10%; cosa ne pensi?

corrado colombo ha detto...

Caro Marco, scusa il ritardo. Non sono sicurissimo che servizi scadenti si autoescludano dal mercato. io penso che la curva sia bifasica. in un primo momento si, ma poi si rischia il no. Su IVA e IRPEF, come non essere d'accordo? ma mi sa che è dura..
Grazie del commento,
corrado