Ho criticato duramente, e continuo a farlo, la gestione dell'Anagrafe Equina da parte dell'UNIRE e AIA, ma francamente a me sembrerebbe un'occasione sprecata il ritornare alla Sanità. Per vari motivi:
- l'Anagrafe equina affidata alle ASL non è che fosse poi molto meglio. Solo, costava meno, questo sì. Ma non era più efficiente o meglio organizzata, anzi era peggio.
- vengono citate, nell'interrogazione parlamentare, la presenza di due malattie, la West Nile Disease e l'Anemia Infettiva Equina, per invocare il ritorno alle ASL. Ma questi focolai, se proprio dobbiamo, sono da incolpare proprio a carenze veterinarie, NON all'anagrafe equina!
- le ASL hanno dimostrato ripetutamente la loro difficoltà ad operare nel settore equino. Per loro il cavallo è un capo di bestiame, per chiunque operi veramente nel settore è un atleta, un animale d'affezione, uno sportivo. Alta mobilità, necessità di rapidità ed efficienza e di un servizio dedicato e di alta qualità.
L'AIA ha sbagliato nettamente, e continua a farlo, manifestando una grande arroganza istituzionale e poco spirito di servizio, una grande voglia di nemici e poca di collaborazione.
L'UNIRE è ente non affidabile, vero.
Ma tornare indietro non è poi questo grande vantaggio.
Certo, occorre una bella sterzata di rotta. Con idee nuove, e per qualcuna mi sono già espresso. Non si possono lasciare le decisioni in modo autonomo, e pure velleitario, all'AIA. Occorre un tavolo che veda partecipare veramente le componenti del settore, non solo a titolo di "invitati", ma di veri partecipanti alle decisioni. La politica, quella vera, quella sana, non può astenersi dal partecipare in un ruolo di tutela e mediazione dei diversi legittimi interessi.
Il ruolo dei liberi professionisti è essenziale: senza i liberi professionisti l'Anagrafe equina non funzionerà MAI.
In ogni caso, almeno un vantaggio l'interrogazione parlamentare ce l'ha: pone fine all'argomentazione che "tutto va bene", che l'esercizio temporaneo e semplificato è normale che sia così. Adesso l'AIA ha due possibilità: fare una semplice e sterile opposizione, continuando a negare l'evidenza, oppure cambiare rotta, e cercare sinergie per realizzare veramente l'anagrafe equina, e bene. Occorre una forte motivazione, e vedremo cosa succede. Altrimenti, questo è solo l'inizio. Che le correzioni non siano un retrocedere, ma una modifica.
"Voltarsi indietro serve solo ad abbassare la guardia" (Bette Davis)
2 commenti:
Corrado,non credo che il rientro dell'anagrafe equina nelle mani delle ASL, ammesso che cio' accada, e sarebbe la prima volta a cui assisto ad un dietro front, possa essere una cosa negativa.L'anagrafe bovina io l'ho vista nascere tra mille difficolta' e ora e' funzionante.
Vedo arrivare in ufficio allevatori con la prima elementare con la loro brava cartelletta con i pèasaporti e modelli 4 . Ci sono voluti dieci anni ma alla fine ....
Riguardo al vedere il cavallo come un capo di bestiame saro' in accordo con te quando su ogni passaporto equino da sport/sella /svago vedro' , come e' giusto che sia , la dicituRa NON DPA.Peccato che molti di questi soggetti magicamente quando hanno un problema si trasformano in DPA.
Caro Marco, grazie per l'intervento. Sostengo che il ritorno alla Sanità sarebbe un'occasione sprecata, non un fatto negativo.
Se dovessi ispirarmi ad un modello, più che a quella bovina, penserei all'anagrafe canina (parlo di quella piemontese, che conosco). Il proprietario può liberamente scegliere l'operatore a cui affidarsi. Funziona.
Riguardo alla destinazione, ho scritto pensando piuttosto alle situazioni durante la vita, che a quelle, ovviamente importanti, della macellazione.
Grazie del tuo gradito contributo,
corrado
Posta un commento