24 ottobre 2008

Anagrafe equina. A che punto siamo.

Eppure l'anagrafe equina non è una cosa da niente. Ha la sua importanza, non è una banalità. Ha delle finalità sanitarie, allevatoriali, zootecniche importanti. Ci sono pure dei risvolti etici e di benessere degli animali.

L'anagrafe equina viene rifiutata innanzitutto dai proprietari, che la vivono come un'odiosa imposizione senza motivo. A tutt'oggi, ancora troppi i nodi irrisolti, i dubbi, le applicazioni sbagliate. Un pasticcio infinito. Da ogni parte. E non possiamo credere di farla funzionare, se viene vissuta come obbligo, come imposizione. Bisogna chiarirne i significati a chi ha un equide.

Non costerebbe nemmeno tanto farla funzionare bene. Cosa occorre fare?
Innanzitutto, che si convochi un tavolo VERO, non di quelli organizzati solo per fare una trasferta romana, con tutti gli interessati, che affronti sulla base dell'esperienza di questi anni e degli inevitabili errori di partenza la riorganizzazione del sistema. Occorre far sì che nessuno cerchi di "guadagnarci su".

Come si potrebbe riorganizzare il sistema?
Alcune idee, sulle quali mi piacerebbe anche si discutesse. Solo idee, punti di partenza.

Economicità
L'AE deve essere resa meno costosa e più semplice da applicare. Iscrivere un equino nel sistema dovrebbe essere semplice, veloce, economico. Come riuscirci?
Si devono ridurre i passaggi, aumentando gli operatori, e rendendo possibile un inserimento diretto dei dati. In altri termini, aumentare i veterinari liberi professionisti che possono applicare i microchip e che dovrebbero poter registrare direttamente i dati nel sistema. Come per i cani. Il veterinario compila i dati, via internet li registra, effettua contestualmente il pagamento, emette un certificato provvisorio.

A breve termine arriva via posta il libretto definitivo. Meglio ancora, viene emessa la smart card direttamente dal veterinario. Non è fantascienza, sono cose normalissime.

Una cosa da notare: la smart card, prevista dal Decreto sull'AE all'art.5, non si ritrova nel manuale operativo, in piena inosservanza del decreto. Perchè?

Più semplicità, più economicità. A parità di possibilità, che si preferisca quella che è più economica per l'allevatore.
L'entità delle tariffe non può essere stabilita autonomamente dall'UNIRE, ma in qualche modo occorre concordarle con le parti coinvolte.

Chiarezza
Dirimere definitivamente le questioni che portano confusione. Si arrivi ad un accordo tra UNIRE e FISE, e secondo me sarebbe nell'interesse di tutti. Non possiamo più permetterci la confusione.

Si chiarisca il valore eventuale dei documenti stranieri: se sono accettabili, lo si dica in modo inoppugnabile. Se no, che sia definitivo.

Correzione di rotta
Stabilire e chiarire un principio fondamentale: TUTTI gli equini devono avere un microchip. Attualmente, assistiamo alla registrazione di "microchip virtuali", senza senso: si registra un documento SENZA un microchip. Questo vuol dire non aver afferrato il concetto base dell'AE: un equino deve essere indiscutibilmente registrato, e la sua destinazione stabilita certamente.

Informazione
Attuazione di una campagna di informazione chiara, corretta, completa, trasparente, congiunta, da parte di Ministeri, Enti, operatori. Tutti devono poter avere a disposizione le informazioni necessarie per qualsiasi valutazione.

In assenza di interventi simili, il pasticcio non potrà che peggiorare. Con danno di tutti.

Parole al vento, lo so. Vedremo dove vengono spinte le foglie.
Nel frattempo, un altro convegno accademico, dove non si capisce che senso abbia parlare al vento, esporre solo le proprie ragioni, senza asoltare tutte le componenti. Mancano le associazioni sportive, i rappresentanti veri dei proprietari. Così, ci si parla addocsso. Purtroppo siamo abituati. O quasi.

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