Tipicamente argomento veterinario, ma probabilmente attiene anche ad altri lavori.
I farmaci veterinari vengono normalmente acquistati con uno sconto che va dal 30 al 50%. Vengono utilizzati dai veterinari ed addebitati al cliente a prezzo pieno. Quasi nascostamente, come se fosse un illecito. In realtà lo sconto praticato non è sufficiente a coprire i costi connessi al farmaco. Parte del farmaco viene perso, i flaconi vengono rotti, ci sono dei fisiologici insoluti, in certi casi non vengono addebitati.
Questo è uno dei motivi per cui a me non piace dispensare il farmaco. Il ricarico è insufficiente, almeno nel mio settore.
Alcuni piccoli accorgimenti per evitare di rimetterci sul farmaco.
- ogni qualvolta sia possibile, prescrivetelo, non "fornitelo" voi. Addebitate una prestazione corretta, più che addebitare attraverso l'escamotage. Anche perché la volta che poi non fornite il farmaco, come spiegherete che la vostra prestazione costava prima 10 e ora 15? E poi, prima o poi il vostro cliente scopre che nel magazzino il farmaco costa meno che da voi, anche se voi siete più comodi. Inoltre, sarete in regola con la normativa, e non correrete rischi inutili di contravvenzioni salate.
- considerate il farmaco non come "farmaco", ma come un mezzo strumentale per la vostra prestazione. Voi non vendete farmaco, vendete una prestazione, per produrre la quale utilizzate farmaci, strumenti, altro materiale di consumo. Non siete tenuti, nemmeno legalmente, ad addebitare il farmaco al prezzo di fustella. Ovviamente, dal punto di vista contabile, NON segnerete il farmaco ad un costo 11 se l'avete pagato 10. Ma nel vostro calcolo consideratelo 11, altrimenti ci rimetterete.
In fondo la legge contabile vi dice proprio questo. Lo scorporo non è consentito, in altri termini se ci sono 50 euro di prestazione e 30 di farmaco, non potete mettere i 30 al 10% di IVA e i 50 al 20. No, la norma prevede un trattamento unico, non scorporato. Se è così un motivo c'è, ed è quello che voi non vendete farmaci, ma prestazioni
- usate un'etichettatrice. Subito, sul farmaco che ricevete, immediatamente dopo la consegna, apponete un'etichetta che stabilisca il prezzo finale. Non è "il prezzo di vendita", ma piuttosto il "costo da calcolare" ad uso interno. Vedere il prezzo vi aiuterà ad evitare il momento emozionale della decisione del prezzo, ad affrontarlo razionalmente
- usate il computer, il mio metodo preferito. Nella schermata dove inserisco i prezzi pagati per i farmaci e prodotti, ho introdotto una casella dove indico il coefficiente di ricarico che intendo praticare su quel prodotto, a seconda di vari fattori. Il programma mi restituisce automaticamente il prezzo sia per confezione che per unità di calcolo.
Stampo un report che poi tengo a disposizione sia sul campo che al momento di fare la nota finale per il cliente. Anche in questo modo si affronta meglio il momento della fissazione del prezzo.
E' un po' come quando abbiamo detto dei tariffari, che è utile siano esposti.
E' indubbio il fatto che il ricarico debba essere corretto, ma il punto è uno: lo sconto praticato dalle aziende non basta a coprire i costi connessi all'utilizzo del farmaco. E' norma comune, e giusta, che chiunque utilizzi materiali nella propria attività li addebiti al cliente con un ricarico. Il vostro meccanico non vende pezzi di ricambio, il panettiere non vende farina, acqua e sale.
Voi vendete prestazioni, e non potete basarvi, nel calcolo del prezzo, su quanto i materiali costano a voi. Questo sarebbe uno dei metodi peggiori di pricing. Non fatelo.
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3 commenti:
Un'ulteriore piccola nota. Avere un elenco dei cnostri costi interni, dove i costi vengono giustamente ricaricati, serve anche per superare il momento emozionale della "richiesta del prezzo". Se avete difficoltà a chiedere il giusto prezzo, magari potete aumentare lievemente il ricarico.
Nel momento fatidico, presi nell'emozione, almeno avrete un prezzo scritto di parte della prestazione (i materiali impiegati) per cui avete deciso razionalmente e non emozionalmente il valore. funziona. Da provare.
Salve ! Premetto subito che non sono un veterinario ma un programmatore e guarda caso sto realizzando proprio un programma per la gestione di uno studio veterinario di un mio carissimo amico. La questione della valutazione economica di un prodotto che utilizzereste nell'ambito di una prestazione mi interessa molto. In altre parole, dato un prezzo unitario effettivamente pagato dal medico, quali sono i parametri che variano da prestazione a prestazione per decidere il prezzo finale applicato in fattura al cliente ? (es.: durata dell'intervento, qta di prodotto usata, percentuale di sconto riconosciuta etc. etc.).
Grazie !
Fabio C.
Molto semplice, Fabio. Non esiste un parametro di sconto sul farmaco. Se si pratica uno sconto, questo deve essere effettuato sulla prestazione, NON sul farmaco o materiali. Il ricarico serve a coprire i costi, non a guadagnarci.
Lo sconto non si applica sui costi vivi. Il ricarico è ovviamente diverso da farmaco a farmaco per un motivo. Un conto è una scatola di pastiglie che ti dò, e non ha un "lavoro" dietro. Altro è ad esempio il gas che utilizzo per l'anestesia, che viene usato ed implica un lavoro. In questo caso il ricarico è maggiore. Usa il sistema che ho indicato, vedrai che funziona. Il veterinario indica e può modificare un coefficiente che moltiplica il prezzo di listino, o quello di acquisto. In questo secondo caso deve capire che la percentuale può anche rendere il prezzo di dispensazione più alto di quello di listino. E' nella logica economica.
Invece lascerai libero il veterinario di indicare uno sconto sulla prestazione professionale pura, e meglio ancora se la percentuale verrà in qualche modo indicata in fattura.
Ciao e grazie,
corrado
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