8 giugno 2007

Agenzia delle Entrate e Provenzano: ambedue scrivono i pizzini.

Un amico mi segnala il comunicato stampa dell'agenzia delle entrate:

Agenzia delle Entrate
SETTORE COMUNICAZIONE ISTITUZIONALE
Comunicato Stampa del 07/06/2007
Oggetto: Studi settore non sono strumento di accertamento automatico
Testo:

Gli studi di settore non sono uno strumento di accertamento automatico e i contribuenti non hanno alcun obbligo di adeguarsi agli stessi se ritengono che non rispecchiano la loro realtà.
L'Agenzia delle Entrate ribadisce che gli studi, come peraltro stabilito dalla normativa, sono uno strumento utilizzabile come punto di riferimento dal contribuente, che adeguandosi può stare più tranquillo rispetto ad eventuali successivi controlli, e per l'Amministrazione stessa, ai fini della selezione delle posizioni da sottoporre a verifica e controllo.
Pertanto tutti i contribuenti che, per qualsiasi ragione, ritengono di non rientrare nei parametri di congruità fissati dagli studi sono liberi di non adeguarsi.


E qui proprio non ci siamo. Non è solo lo stile, volutamente paternalistico e "rassicurante", e comprendiamo perché: giunge in un momento in cui l'indice di popolarità del Ministero delle Finanze è al minimo storico.
Il punto non è se io mi adeguo o no, se sono tranquillo o no. E' la minaccia, nemmeno tanto velata.

Partiamo da un primo dato: il fisco in Italia è incomprensibile, oscuro, complicato, non funzionante. Per capire se potevo dedurre un autocarro o no dalle tasse ho dovuto girare un mucchio, ho avuto risposte discordanti, non sono nemmeno sicuro adesso della risposta. Ho ricevuto due o tre cartelle pazze, che le mie commercialiste mi hanno fatto togliere con fatica ed impegno. Non ho pagato, e sono quindi certo che non dovevo niente, che era uno "sbaglio" dell'agenzia delle entrate.

Motivo per cui nessuno è tranquillo di fronte ad una minima verifica e controllo. Il comunicato stampa è esplicitamente minatorio, e nessuno mi dica "se paghi non hai nulla da temere". Non è vero. Proprio se paghi hai da temere.

L'atteggiamento da tenere, da parte di un'amministrazione civile, è: "Valuteremo serenamente il meccanismo degli SS (nomen omen) e, se li abbiamo alzati troppo, li abbasseremo". Ovviamente non a spese del contribuente.
Non è possibile pensare che il 50% dei contribuenti soggetti allo SS, grazie ai nuovi "indici di normalità economica", sia in posizione di doversi adeguare e pagare più di quello che realmente dovrebbe.
La fiscalità deve essere giusta, non una forma di lotta di classe. Non si può continuare a voler fomentare l'odio di classe "dipendenti contro liberi professionisti". Ogni posizione ha i propri vantaggi e svantaggi. Molti liberi professionisti, artigiani, commercianti, vivono facendo enormi fatiche e non traendone un compenso adeguato. Molti laureati sono dei poveracci, degli sfruttati, dei sottopagati.

Questo i vertici della nostre categorie non riescono a farlo capire all'opinione pubblica in primis. E invece dovrebbero farlo. Questo è il loro compito. Puntualmente disatteso. Vabbè, ora si dedicano alle petizioni...

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Il comunicato stampa contraddice pesantemente quanto dichiarava il governo in epoca di DPEF... ovvero che dalla revisione degli studi di settore si aspettava un maggior gettito di X miliardi di Euro.

All'epoca lo studio di settore ERA! considerato una Minimum Tax.

Visco e' uno che ha dedicato la vita alla lotta all'evasione, al punto da farne una vera e' propria
fissazione, va rimosso prima che il suo fanatismo faccia troppi danni.

corrado colombo ha detto...

In uno dei tanti servizi dedicati al caso Visco, in questi giorni, il viceministro veniva definito "il Robespierre della lotta all'evasione". Fin qui, ci potrebbe anche stare, in fondo la sua funzione è quella. La cosa peggiore è che ha un'impostazione totalmente burocratica. Il ripristino del repertorio clienti è l'esempio.
Sogno un fisco in cui un funzionario venga da me una volta all'anno, spulci, rivolti i miei conti, e mi dica "lei deve tot in tasse". Amen, finita lì. Sogno un fisco più semplice, dove io possa fare la dichiarazione dei redditi o quella iva o altro da solo, senza dover avere per forza un consulente, che giustamente si fa pagare.
Non lo sogno solo io, lo sognano gli italiani. e sarebbero disposti a pagare di più, a queste condizioni.