2 marzo 2014

Una grande lezione da Google per l'Università italiana, di veterinaria e non.

Una cosa che dico spesso a giovani laureati o studenti è che "nessuno vi pagherà perché siete veterinari".


Molto spesso chiedo loro "perché un non laureato non dovrebbe essere pagato per fare una vaccinazione?" ed il più delle volte mi viene risposto "perché è un abuso di professione, è vietato", un appiglio legale, senza molto costrutto con la realtà. Nessuno che mi richiami le sue maggiori capacità di comprensione, valutazione, comunicazione. Unicamente un cavillo, in fondo.

Un articolo del NewYork Times mi sembra però grandioso per far capire come la cosa importante non sia "avere la laurea", ma piuttosto "saper fare le cose". Nell'articolo si dice che stanno diminuendo i laureati assunti a Google, e si spiega quello che viene ricercato da una delle aziende più importanti al mondo nel suo personale di alto livello:

 - un'abilità cognitiva generale, ben diversa dal quoziente intellettivo. L'abilità di imparare. Quella di ragionare velocemente, mettendo insieme i pezzi disparati di informazione

- la seconda è la leadership, ma non quella tradizionale, quella che punta a cercare di essere "il presidente, il capo", a Google non interessa se ho avuto delle posizioni dirigenziali, in quanto tempo lei raggiunte, ma piuttosto capire se, come membro di un team, quando deve confrontarsi con un problema, sai fare il passo indietro per far raggiungere alla tua squadra il successo.

- umiltà e senso di appartenenza sono altre due doti ricercate. Vuol dire sentire il senso di responsabilità, di appartenenza all'azienda, per impegnarsi per risolvere un problema, avendo l'umiltà di cambiare le proprie posizioni per adottare il punto di vista di qualcun altro. L'obiettivo finale è il risultato collettivo, risolvere i problemi grazie al lavoro di squadra. Non si tratta solo di umiltà nel lasciare spazio agli altri, ma è un umiltà intellettuale. Senza umiltà, non potrà imparare. Questo è il problema per cui molti laureati fuoriusciti anche da buone scuole non riescono a raggiungere livelli di eccellenza. "La gente di successo prova raramente l'esperienza dell'insuccesso, in tal modo non riesce a imparare dagli insuccessi". Sembra uno scioglilingua, ma è invece un aspetto estremamente importante. Pensare che se succede qualcosa di buono è perché io sono un genio, mentre se succede qualcosa di negativo, e perché qualcun altro è un idiota oppure non avevo le risorse sufficienti oppure il mercato è cambiato…

- la qualità meno ricercata da Google è l’esperienza. Addirittura sembra essere un ostacolo. Se assumi qualcuno che ha una grande abilità cognitiva, è curioso in modo innato, vuole imparare e ha delle doti di leadership moderna, se lo paragoni a qualcuno con l'esperienza, sottoponendogli un problema, la risposta che ti darà l'esperto è "ho visto questa cosa già 100 volte, questo è quello che capiterà", mentre il "principiante" il più delle volte ti darà una risposta identica a quella dell'esperto (a volte non ci va tanto) ma quando poi inizia a lavorare spesso verrà fuori con una risposta nuova, e questo è un valore enorme per un'azienda innovativa.

In conclusione, il talento può venire fuori in molte forme differenti, soprattutto al giorno d'oggi, ed essere costruito in modi non tradizionali, oltre "il buon nome della scuola frequentata". Anzi, quando vai a cercare gente che non è andata a scuola però ha raggiunto buoni livelli nella società, molto spesso trovi persone eccezionali. E Google cerca soprattutto persone di questo tipo.

 "Troppe università non realizzano quello che promettono ai loro studenti. Creano solo un mare di debiti, e gli studenti non imparano le cose più utili per la loro vita. È solo un'adolescenza più estesa". Non è che avere buoni voti, oppure una buona laurea, non sia utile, ma Google dice: "attenti!. La vostra laurea non ha rapporto con la vostra abilità di fare effettivamente un lavoro. 

"Al mondo interessa solo, 
e pagherà unicamente, 
cosa voi sapete fare 
con cosa voi conoscete
 (e non interesserà a nessuno 
come l'avete imparato)”.

In un'epoca in cui l'innovazione è un valore importante, ci sono abilità apparentemente minori ma essenziali - leadership, umiltà, collaborazione, adattabilità, desiderio di imparare e re-imparare. Indipendentemente da dove andrete a lavorare. Questo articolo dovrebbe essere inciso nel marmo e affisso in ogni università italiana, che invece sfornano presunzione e mancanza di competenza a ritmi infernali. Ma Google se ne accorge, e non solo Google…

1 commento:

corrado colombo ha detto...

Stamattina il Sole24ore riporta i dati italiani: i diplomati vengono assunti in maniera maggiore rispetto ai laureati. Molte le cause, ma certo "il grave disallineamento tra la formazione scolastica acquisita e quella effettivamente richiesta dal mercato" citato dal giornale è un fattore importante. Si conferma la generale inadeguatezza del sistema universitario italiano, grande macchina mangiasoldi, altro che ricerca ed innovazione!