Personalmente
penso che la comunicazione di ANMVI e FNOVI riguardo alla questione del
redditometro sia profondamente sbagliata. Notare bene, non sto dicendo che il
problema non esista o che non sia giusto rimarcare gli errori che accompagnano
questo strumento dell'agenzia delle entrate, sto dicendo che secondo me la
comunicazione che hanno fatto questi due enti rischia di peggiorare oppure
direi di creare il problema, come una profezia che si autoavvera.
Mi spiego
meglio, ricordando innanzitutto a quei pochi che non lo abbiano ancora vissuto
come incubo mediatico, che cos'è il redditometro, cioè un sistema di calcolo
presuntivo basato sull'incrocio dei dati che dovrebbe evidenziare situazioni di
non congruità tra quanto si spende all'anno per spese personali e il reddito
dichiarato.
Lo
strumento non è nuovo, essendo applicato da anni alle partite Iva, e notare
bene che per queste pochi hanno portato
avanti una protesta come si è vista per questo debutto.
Secondo
me il meccanismo del redditometro è essenzialmente uno: visto che non è così
semplice evidenziare in modo sicuro l'evasione fiscale, questo strumento è una scusa per convocare qualcuno nell'agenzia delle entrate. Una volta
che sei lì, sostanzialmente ti viene detto "Con il tuo tenore di vita per
noi tu devi avere un reddito di... e possiamo farci forte di questo strumento
che abbiamo". Di fronte a questa affermazione e alla richiesta di pagare
una cifra, peraltro spesso contrattata, chi non ha la coscienza più che
tranquilla, e in Italia quando ti fermano non sai mai cosa può venire fuori, di
fronte a una richiesta che non sia stratosferica, si chiede e si paga questa
che io definirei quasi una tangente al sistema fiscale
Posso
dire di conoscere l'argomento meglio di un veterinario che si occupi di piccoli
animali, semplicemente perché questo panico si è già diffuso nell'ambiente dei
cavalli da circa due anni. Il cavallo è da sempre inserito negli indicatori di
benessere economico, nella dichiarazione dei redditi. In realtà non è mai stato
considerato molto, per diversi fattori, primo tra i quali la mancanza di
un'anagrafe equina. Confermando un po' i timori che tanti avevano all'inizio
della creazione di questa anagrafe, nei due anni scorsi un certo numero di
proprietari di cavalli si è visto richiedere spiegazioni da parte dell'Agenzia
delle Entrate. Nella mia esperienza sono stati utilizzati soprattutto i
database dell'ex UNIRE, evidenziando soprattutto i proprietari di un alto
numero di cavalli. Ci sono state indubbiamente delle distorsioni, la principale
delle quali riguarda il fatto che i passaggi di proprietà di questi soggetti
molto spesso non venivano compilati, per cui risultavano proprietari di decine
di cavalli che in realtà li hanno solo avuti brevemente per le mani, ma nel complesso non è avvenuto niente di terribile.
Di per sé
la situazione è minima, non così importante. Ha creato più panico e
realmente ha dato problemi l'allarme scatenato da ANMVI e FNOVI che non le
convocazioni del fisco stesse. Di per sé queste ultime sono state una
percentuale minima e in molti casi avevano un substrato di fondatezza. Ci sono
stati anche casi di applicazioni scorrette, indubbiamente, ma nel complesso la
norma di per sé non avrebbe creato grandi problemi.
A determinare la sensazione
di panico, il disagio dei proprietari, la paura di intestarsi un cavallo è
stato il clamore mediatico suscitato dalle due associazioni di cui sopra. Come
già detto, probabilmente è stato fatto in buona fede, e analogamente direi
delle dichiarazioni fatte in questi ultimi giorni.
Da una
parte c'è la voglia di ANMVI e FNOVI di ottenere la ribalta mediatica,
l'attenzione delle pagine dei giornali o della televisione, dall'altra esiste
una scarsa competenza del settore.
Qualcuno
di voi ha presente la scena del film in cui una persona si guarda alle spalle e
inizia a correre, quella dietro a lui vede il movimento e si volta anche lei,
pur non vedendo niente inizia comunque a correre anche lei. I passanti, vedendo
due persone che corrono e si guardano alle spalle, si impauriscono anche loro e
iniziano a correre, fino ad arrivare ad una fuga di massa, quella che nel
lontano Far West si chiamava stampede, la fuga incontrollabile di animali per
una paura di massa immotivata.
Questo è
quello che rischiano di ottenere le dichiarazioni superficiali effettuate da
ANMVI e FNOVI.
Venendo
ad un'analisi più matura, con piacere vediamo condivisa anche da altri,
rileviamo come in qualche caso può darsi che qualcuno eviti di intestarsi il
cane per paura dei controlli fiscali, ma certamente questo caso è marginale. Lo
dimostra anche il fatto che FNOVI e ANMVI si siano lanciate a dichiarazioni
basandosi su UN caso, peraltro rilevato in modo anonimo, mi sembra quindi di
valore pressoché nullo.
Che poi
qualcuno abbandoni il cane o non lo raccolga dal canile per paura del fisco è
ragionamento ancor più grezzo di quello delle redditometro stesso. Il problema
degli abbandoni o delle mancate adozioni non ha questa genesi e probabilmente
non l'avrà mai. Questo significa unicamente utilizzare per pura retorica frasi
ad effetto, probabilmente di nessuna efficacia, se non quella di ritorcersi poi
contro chi le usa. Affermare una stupidata non vuol dire essere stupidi, ma
rischia comunque di diminuire di molto la propria credibilità, motivo per cui
consiglierei di ragionare e magari confrontarsi con altri prima di sparare
dichiarazioni ad effetto cercando solo un microfono in cui riversarle.
È già
stato chiarito da più parti che probabilmente il redditometro interesserà il10% delle famiglie, e presumibilmente l'aspetto relativo alle spese veterinarie
sarà modesto, probabilmente nella griglia di fattori queste incideranno in modo
minimo, mentre spese di altra natura saranno molto più pesanti nella
valutazione della posizione fiscale del contribuente. Mi pare quindi che la
cosa più sensata sia parlare della realtà: il redditometro applicato alle spese
veterinarie è indubbiamente una stortura, un concetto grezzo e rozzo,
probabilmente inefficace, per tanti motivi. A iniziare dal fatto che io
veterinario non posso nemmeno chiedere la carta d'identità e il codice fiscale
a chi mi è davanti. Se lui mi chiede di intestare la fattura ad un'identità
fasulla, caso limite ovviamente, ma non ci mette molto ad ingannarmi. Non è
comunque questo il problema, ma molto meglio considerare le cose come stanno in
realtà e rassicurare i proprietari di animali che non succederà un bel niente
nella enorme maggioranza dei casi.
A titolo
di studio della comunicazione, vediamo ad esempio come la Porsche, azienda
automobilistica che invece indubbiamente vende degli indici di ricchezza, hareagito a situazione analoga. Di fronte alla paura, questa volta secondo me
realmente motivata, di essere sottoposti ad analisi fiscale da parte dei
possessori di queste auto la casa di Stoccarda ha lanciato una campagna
pubblicitaria molto rasserenante e tranquillizzante, che dice sostanzialmente
ai possessori di queste auto di lusso "stai tranquillo, non succede niente". In questo caso evidentemente la comunicazione è stata impostata
da professionisti, la grafica l'ha fatta Oliviero Toscani, tutto è stato
realizzato in modo professionale.
La scelta
di spaventare i propri clienti è totalmente sbagliata, realizzabile solo da chi
non abbia competenza nel settore della comunicazione e direi nemmeno
molto buon senso in generale.
Ritorno a
dire che probabilmente c'è una buona fede, un errore, anche accentuato dalla
divorante voglia di ottenere il sipario
mediatico, ma a me sembra che le cose potessero essere realizzate molto meglio
e con migliore risultato, anche evitando di sembrare parte del partito degli evasori.
Se siete
proprietari di animali: state assolutamente tranquilli, e questo lo dico non
tanto per la voglia di rassicurare, ma perché assumendo le opportune
informazioni anche voi potrete convincervi che pure uno Stato gaglioffo come
quello che ci tocca sopportare in questo periodo non utilizzerà le spese
veterinarie a fini fiscali. In ogni caso, avere le ricevute fiscali vi
consentirà una grande tranquillità e serenità in un eventuale contraddittorio.
Se siete
veterinari spiegate queste cose ai vostri clienti, magari anche con un foglio
appeso in sala d'attesa. Torno ancora al consiglio dato molto tempo fa di
utilizzare un sistema elettronico per archiviare le fatture e quindi poter
tenere a disposizione dei clienti i loro documenti fiscali per un tempo praticamente
indefinito, completando il servizio anche sotto questo aspetto.
1 commento:
a quanto pare questa inutile pubblicità sul redditometro ha infastidito molti
http://www.federfauna.org/newss.php?id=8041
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