11 novembre 2012

Le case del popolo. Quelle dei professionisti? Gli Stalin italiani.

professionisti al lavoro nel kolkhoz
Ci risiamo. Era già circolata altre volte l'ipotesi di giocare con i soldi dei professionisti e ora ritorna. A quanto pubblica Il Sole 24ore di oggi il Ministro alla cooperazione internazionale Riccardi starebbe approntando un piano per cui l'inquilino di una casa affittata da un Ente previdenziale PRIVATO (come l''ENPAV) potrebbe acquistarlo pagando una cifra pari a 150 volte il canone. In 12 anni e mezzo l'acquisto si ripaga, con una resa annua dell'8%.

Questo vuol dire che per un alloggio affittato a 500 euro al mese la spesa è di 75.000 euro, una bazzecola. Chiunque acquisterebbe l'alloggio a queste condizioni. E calcolando le tasse pagate nel corso degli anni, le spese, praticamente l'Ente ne ricaverebbe ben poco, per non dire niente.

Vorrei far notare due cose:
- che le case in questione non sono "dell'Ente", o meglio l'Ente le possiede per conto dei professionisti, che da questo investimento dovrebbero trarne un legittimo guadagno per avere poi una pensione decorosa. In questo caso si massacrano i professionisti a spese di generici inquilini (che poi molte volte non sono nemmeno dei poveri disgraziati, intendiamoci. Conosciamo lo scandalo di Affittopoli che ogni tanto ritorna). Chissenefrega se quegli immobili devono produrre utile, chissenefrega dei professionisti.

- la stessa cosa non avviene nei confronti di altri affittuari, ad esempio io affitto casa mia o un ambulatorio ed il suo prezzo di mercato è 150 volte la spesa mensile. Che si dia anche ai professionisti, per reciprocità, questa possibilità, no?

L'ADEPP contesta ovviamente la norma, affermando una riduzione del prezzo di mercato di circa il 50%, secondo me addirittura sottostimando l'impatto di una norma simile.

Queste sono proposte da URSS dei tempi andati. Tra un po' andremo nei kolkoz a lavorare o nei gulag quando diamo fastidio.

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