11 novembre 2011
Le parole vuote di questi giorni. Incluse le tariffe minime.
Nessuno può pensare che io voglia difendere gli Ordini, tanto meno le tariffe minime. Anzi, secondo me la cosa migliore sarebbe abolirli tutt'e due. Ho però l'impressione che "la riforma degli Ordini professionali" sia diventato uno slogan, privo di senso, svuotato di un reale contenuto, e che da una riforma fatta in emergenza, senza un reale progetto, non possiamo che attenderci il peggio.
Si legge in questi giorni della abolizione delle tariffe minime, e del fatto che l'onorario sarà frutto di un accordo tra il professionista ed il committente. In realtà, mi pare che questa sia già la situazione attuale. Non è il fatto di avere una tariffa minima che fa sì che il prezzo di alcune prestazioni professionali sia alto, è piuttosto il rendere le procedure più semplici, rendere "meno necessario" il ricorso ai professionisti per cose che potrebbero essere evitate. Fino a quando continueremo a mantenere il numero chiuso dei notai non potremo certo pensare che il cliente possa usufruire dei vantaggi della concorrenza. Fino a quando continueremo a mantenere la vendita del farmaco veterinario nelle mani dei farmacisti, inibendone la diffusione tramite i veterinari, non trarremo certamente vantaggio da una concorrenza ridotta.
Solo diminuendo le incombenze burocratiche, le procedure sterili, aumentando i meccanismi virtuosi, potremo avere una vera produttività. Solo riducendo un numero ipertrofico, canceroso di dipendenti pubblici e funzioni pubbliche non necessarie potremo ripianare il bilancio. Continuare a pensare all'aumento delle tasse, e praticarlo, come si è fatto con l'aumento dell'Iva, è solo un modo per perpetuare il disastro. Ho l'impressione che si voglia scopare la polvere sotto il tappeto, continuando ad illudere il nodo fondamentale: il bilancio dello Stato va in passivo a causa di un eccessivo numero di dipendenti statali, spesso assunti con motivazioni clientelari, con modalità di raccomandazione, senza criterio meritocratico. Senza affrontare questo, il vero nodo, le soluzioni proposte si trasformeranno in realtà in un peggioramento della situazione. Questa è la vera "sfiducia dei mercati", "perdita di credibilità", parole con cui ci si sciacqua la bocca in questi giorni.
Non so se la stagione delle riforme arriverà, ma è importante che queste cose vengano dette, che si sollevi il velo su questa verità. Non è aumentando le tasse, introducendo la patrimoniale, riducendo le pensioni "normali" che si ripianerà la situazione, ma piuttosto diminuendo le spese ipertrofiche dell'amministrazione pubblica ed utilizzando linvece le risorse private.
Per arrivare agli Ordini professionali, occorrerebbe stabilire, capire, che il loro costo va gravando in modo non necessario sul professionisti e conseguentemente sul cliente finale. Magari non in modo terribile, ma in modo importante dal punto di vista simbolico. Una vera riforma degli Ordini professionali avrebbe un significato simbolico notevole. Colpa di queste istituzioni è quella di non aver mai abbracciato una vera stagione di riforme, credendo che mantenere lo status quo fosse una soluzione. Non lo è mai, in realtà, e continuiamo a non volerlo capire..
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2 commenti:
Bene, la tua descrizione dello stato delle cose è veritiera, ma parziale. E'vero che il pubblico ha nella maggioranza dei casi il raccomandato di turno ad occuppare poltrone e posti di lavoro che andrebbero dati ai lavoratori, ma è anche vero che questo non basta a far ripartire il nostro comparto in crisi,(i veterinari pubblici in realtà hanno poco peso nel panorama nazionale, sono pochi,ma è anche forse vero che lavorano poco) che ha bisogno per quanto ci di scelte politiche importanti e coraggiose: la liberalizzazione del farmaco prima di tutto, ma anche la rivalutazione della figura professionale del MEDICO veterinario, che anche da Daniele Giovanardi (fratello medico del ministro) è stata ridicolizzata(un giorno da pecora di qualche giorno fa).
Processo che deve partire dall'interno, con questo voglio dire che dobbiamo prendere coscienza prima di tutto noi stessi dell'importanza sociale che abbiamo, e parlo del libero professionista, non del medico asl.
Per vincere, questa volta, dobbiamo perdere un pò tutti.
Mi rivolgo al direttore di clinica che, a basso costo, se non come proprio vero sfruttamento, ha 6,7, 15 colleghi dipendenti poveracci che si fanno 12,14 ore al giorno per 500 euro al mese, a nero.
Questi è un vero farabutto, per rimanere moderato, per tre ragioni, la prima è che non paga le tasse, la seconda a mio parere la peggiore è che sfrutta poveri colleghi (continuo a chiamarli colleghi anche se dovrei chiamarli disperati) che hanno tutti i diritti di lavorare e pari dignità, DIGNITA'. E terzo, è gente come questa che fa la vera concorrenza sleale, che rende l'economia malsana con prezzi che sono uguali a quelli degli ambulatori.
Grazie al c...o,(caglio) non paghi la forza lavoro, paghi meno i farmaci perchè le aziende ti fanno offerte migliori, lavori 24h su 24, ma vuoi che mi metto pure a pecora?(in senso veterinario).
Altra cosa non importante, ma urgente, è quella di chiudere le facoltà per il tempo necessario ad avere un ricambio generazionale all'interno della categoria, per questo continuo arrivo di nuovi disperati, che saranno sempre più disperati e quindi saranno pronti a scendere a patti.
Le università facciano ricerca (con i soldi che fino a qualche anno fa bastavano e anzi rimandavano indietro perchè non utilizzati), e si guadagnino da vivere come tutti, lavorando.
Gli atenei in rosso (e ti assicuro che sono tanti) vanno chiusi o devono generare economia sana, sono dell'idea che la ricerca sia un investimento, ma non di capitali,ma di cervelli!!
Via il vecchiume!
A C - A - S - A!!! E senza tfr.
Hanno mangiato già abbastanza con tutto il parentato che hanno sistemato.
Dobbiamo riprenderci i ruoli chiave che abbiamo perso nelle filiere produttive alimentari animali che ora sono di patrimonio pubblico(anche dei geometri o degli allevatori).
Allevatori, un altro problema, bisogna ripartire dalle politiche agricole, importiamo l'impossibile (vedi quello che è successo in Sardegna con il pecorino), manodopera compresa.
Chiudono le aziende agricole, ma esportiamo prodotti agroalimentari d'eccellenza, ma come è possibile!?
Hanno ragione in Europa a non fidarsi, perchè ci sono i soliti furbi a tutti i costi con i soldi nostri.
Questo ed altro ancora vorrei dire ai veterinari... ma forse i tempi non sono ancora maturi.
Buona vita.
Le grandi società finanziarie e le banche(che generano solo profitti personali per nulla etici) ci hanno ridotti a questo, e noi cosa facciamo? Ci sveniamo per salvarle, invece di fare provvedimenti efficaci per stimolare la crescita e gli investimenti(che creano vera ricchezza e posti di lavoro), liberalizzazioni vere comprese, siamo ormai solo più preoccupati di spread e bund.
Non ho mai posseduto una sola azione, perchè le ho sempre considerate una fregatura, e avevo ragione da vendere, ma ce ne siamo accorti in pochi, ormai l'agricoltura, l'industria, il commercio e le professioni, vere ed uniche fonti di ricchezza etica, sono ostaggio dei "mercati", il denaro è diventato lo scopo di vita e di lavoro di troppi ed ha perso la sua dimensione morale: il mezzo per ottenere beni e servizi nella società odierna.
Finchè non saremo in grado di recuperare una dimensione etico-morale umana, non ci sono leggi o riforme, bund o spread, titoli o mercati, che ci salveranno.
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