La veterinaria si lamenta sempre di non far notizia, ma quando la fa non è che ci sia da gioire. Antonio Saladino, ex veterinario pubblico, prima dirigente nell'Istituto zooprofilattico, poi nella ASL di Catanzaro, poi veterinario capo regionale calabrese, è in questi giorni all'onore (si fa per dire) delle cronache per un'intricata vicenda di corruzione elettorale e malgoverno.
Tiè.
Chissà come ha operato Saladino in qualità di dirigente ASL, Istituto Zooprofilattico, regionale. Sarà stato dalla parte degli onesti, integerrimi? Una schizofrenia della vita? Se dobbiamo leggere Cesare Pavese, che diceva "Da quello che hai fatto, puoi dire cosa farai", qualche dubbio ce l'abbiamo.
O dobbiamo pensare che l'attività ASL abbia fatto da trampolino di lancio per ben altri sviluppi?
Insomma, Saladino ci dice che faceva "un doppio lavoro".
Uh, solo per questo....sapesse quanti altri....mica è solo lui...
Ma qui arriviamo all'esplicito. Ma come? Dirigente di ASL e contemporaneamente dirigente di un'azienda alimentare? Nessuno ci vede un'incompatibilità? Un possibile focolaio di disonestà? Nessuno che vuole indagare se nel "centinaio di aziende" avviate da Saladino ce ne siano state di incompatibili con l'eventuale sua carica pubblica? Se i controlli non sono stati ammorbiditi per l'occasione?
Il potere certificatorio della veterinaria pubblica permette situazioni di potenziale corruzione: il veterinario può "trattare meglio" l'allevatore che poi, nel lavoro nero, si rivolge a lui, chiude uno, o due, occhi sui controlli. Tutto più morbido. E' questo il motivo per cui esiste una chiara incompatibilità tra la funzione pubblica e l'attività privata, anche se il Sindacato dei dipendenti si ostina a negare questo fatto evidente. Questo è capitato molte volte, nei controlli in aziende zootecniche o alimentari
L'attività veterinaria pubblica di Saladino è stata fondamentale per lo sviluppo delle sue imprese, criminose e non?
Uno, cento, mille Saladini. Benvenuti in Italia.
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