6 gennaio 2009

L'unico modo per fare funzionare gli Ordini.

Mi ha telefonato un veterinario, un po' di tempo fa. E' un iscritto all'Ordine di cui sono stato vice presidente, carica da cui mi autosospesi per un profondo disagio. Ma rivendico di aver agito molto correttamente quando, incaricato di occuparmi di un esposto che lo riguardava, votai decisamente per una sanzione.

Di per sè il sanitario se ne sbatte della sanzione dell'Ordine, che può essere di quattro tipi (richiamo, censura, sospensione, radiazione). Calcolando che la sospensione e la radiazione sono sanzioni riservate a casi eccezionali, la censura ed il richiamo sono un buffetto ed uno scappellotto, pure lievi. Chissenefrega.

In questo caso il proprietario aveva portato avanti, nello stesso tempo, una causa civile, ed il giudice ha potuto chiedere all'Ordine di conoscere come era andato a finire il parallelo processo deontologico. Venuto a conoscenza della giusta, giustissima censura applicata, ha quindi riconosciuto la condotta negligente del veterinario e lo ha condannato ad un risarcimento particolarmente duro, mi pare sui 12.000 euro (il cane era morto).

Il veterinario si lamentava con me della situazione, e recriminava. Ma la sua condotta non poteva avere scusanti.

Non mi interessa parlare di un caso, adesso, ma solo dell'unico modo che hanno gli Ordini per esercitare veramente la loro funzione: la giustizia civile, o penale nei casi più gravi.

Le sanzioni disciplinari non servono a niente, sono banalità, cose ridicole. Una sentenza di giustizia civile, con un suo peso pecuniario, è l'unico modo per ottenere che vengano cambiati comportamenti non corretti.

Per i clienti che ritengano di aver subito dei comportamenti non deontologicamente corretti: avviate sempre in contemporanea un esposto deontologico all'Ordine. Seguitene il decorso: avete diritto di conoscerne l'esito, in dettaglio. In parallelo, ma calcolate i tempi, avviate la procedura legale, che possa svilupparsi quando quella deontologica abbia fatto il suo corso.

Il giudice potrà così farsi forte dell'esito dell'esposto, e rafforzare la sua condanna: se c'è stata una colpa deontologica, è più probabile che ci sia stata una colpa grave, causa di risarcimento. Non sto ovviamente fomentando la litigiosità. Cercate sempre di avere una valutazione tecnica spassionata e argomentata, fatevi preparare l'esposto da competenti.

Per i veterinari: siate sempre etici: l'adesione al codice deontologico è la prima assicurazione da stipulare. Anche se non ci sono sanzioni pesanti, l'accoppiata giustizia ordinaria-giustizia deontologica potrebbe portarvi seri danni.

So bene che questo post verrà visto con fastidio da iscritti agli Ordini. Insomma, gli insegni anche come fare? Non bastano gli avvocati?

No, non bastano. Collega non è complice. Ma dirò di più. Fino a quando gli Ordini non cesseranno di applicare "la giustizia dei colleghi", un'altra versione della complicità di classe, non funzioneranno, e le professioni intellettuali, quelle per cui è richiesta l'iscrizione ad un Albo, scadranno sempre più, andando in mano ai gaglioffi.

Inizio a dubitare che un giorno vedremo finalmente la riforma degli Ordini, che a tutt'oggi gettano solo polvere negli occhi, proprio perchè la riforma non la vogliono. Non vogliono essere privati della giustizia dei complici, di questo sistema che loro stessi hanno degradato.

La giustizia deontologica non può essere delegata totalmente agli Ordini, che ricordiamo sono un'emanazione del Ministero della Giustizia. Occorre che in qualche modo questo Ministero riprenda le redini di questo rapporto, e le sanzioni disciplinari, troppo facilmente ridicolizzate, diventino sinergiche con sanzioni civili. Meccanismo molto semplice, non costoso, e funzionante.
Dispiace, ma è così.

Dovrebbero essere pubblicate statistiche, sul numero delle sanzioni comminate e sulle infrazioni commesse, gli Ordini dovrebbero essere veramente dalla parte degli utenti, ed aiutarli a valutare correttamente se sono stati realmente mal serviti dal professionista. Solo recuperare questa funzione originaria potrebbe far ripartire il meccanismo ordinistico.
Ma già, adesso qualcuno parla di certificazioni di qualità fatte non dagli Ordini, ma da associazioni private...molto più redditizio....

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