1 aprile 2008

Bufale e mozzarelle. Specialità italiane. Vince la Corea.

Avete notato? In Italia, quando qualcuno chiede serietà, responsabilità, è solo perché vuole un vantaggio personale, ma al momento buono si tira bellamente indietro.
Lo vediamo adesso con la mozzarella di bufala, che ricordo è un prodotto DOP. Wikipedia ne dà una definizione perfetta. La DOP è indissolubilmente, strutturalmente, legata al territorio, all'ambiente in cui è prodotto l'alimento. Il prosciutto lo fai a Parma e San Daniele, non a Bologna, dove invece fai la mortadella.
Esiste un legame profondo, tenace, tra territorio ed ambiente. E' l'aria di Langhirano a dare il gusto al prosciutto, è il terreno della Padania a fare il grana.

Tutti pronti a difendere, esaltare, questo legame, se si tratta di protezionismo (diciamolo, è questo). Se poi l'ambiente si degrada, diventa inquinato, lurido, peggiora, fa niente: il legame non esiste più. La mozzarella è sempre e solo campana. Pure inquinata. Nessuna responsabilità, nessuna posizione. Anche diventasse una letamaia, solo qui.

Le DOP dovrebbero, per essere credibili, collegarsi all'ambiente, in modo serio. Sennò, che la facciano in Olanda. Costerebbe meno e magari sarebbe più sana. Non si può affermare una propria specificità ambientali e poi sfuggirne le minime implicazioni.

E poi, consuete manfrine. Adesso se la prenderanno con la stampa, che "esagera". Ma in realtà anche qui le risposte sono state, sono tuttora, insufficienti, i controlli inesistenti. Dobbiamo al solito vedere le immagini dei NAS negli allevamenti. Qualcuno prima o poi lo chiederà: "Ma che cosa ci stanno a fare i servizi veterinari??"

Questa volta, la prima, ma ammettiamolo, la Corea non ha rubato la partita. Ha chiesto per prima chiarimenti sulle mozzarelle. Questa volta l'arbitro Moreno ce l'abbiamo noi. Non per niente ha un cognome italiano..

Nessun commento: