1 aprile 2008

Farmaco veterinario. Impossibile ricuocere la torta (3. Fine)

In un articolo su 30 giorni, la rivista FNOVI (prima o poi dovremo parlarne..), l'amico Giorgio Torazza si lancia in un'analisi e una serie di proposte che a me paiono almeno insufficienti, in qualche caso dannose.

Cosa chiede e propone Giorgio Torazza? Vediamo punto per punto:
- più farmacovigilanza in sede di macellazione. Sostanzialmente più analisi. Ma Torazza sa meglio di me che le analisi sono costose, e non definitive. Cercare tutte le possibili molecole è un processo complesso, lungo, praticamente inattuabile. Cerchi un antibiotico, e non è detto che ne sia stato somministrato un altro. Cerchi un cortisonico, ed è stato somministrato un FANS, e via discorrendo. A costi folli. No, il processo di sicurezza delle carni DEVE essere attuato in azienda.

-incremento degli armadietti, delle scorte autorizzate di farmaci presso gli allevamenti. Di per , ho già dimostrato come ciò non sia una garanzia. Non occorrono più armadietti, occorre lotta al nero e maggiore farmacovigilanza diretta. insomma, controlli veterinari e anche NAS, perché no, negli allevamenti. Questi sì che sono deterrenti. Qualcuno rimarrà bruciato, ma poi le cose miglioreranno.

- incompatibilità professionale. Sostanzialmente qui Torazza propone una divisione del mondo in buoni e cattivi. Non è, purtroppo, così. I buiatri non sono sante vergini, i collaboratori dei mangimifici non sono il demonio. Lo so, è concorrenza sgradita, a volte scorretta, ma non si può intervenire come è stato fatto, con mosse al minimo sconsiderate, e che rischiano di ritorcersi contro.

- semplificare gli adempimenti formali. Segue un lungo elenco di adempimenti di registro e prescrizione. Qui la risposta è ancora più semplice, anche se sgraditissima. Non si può pensare di intervenire in un processo controllato e delicato con l'approccio di cinquanta anni fa. Insomma, non puoi continuare a lavorare in allevamento come lo faceva il nonno. Semplicissimo. Occorre un computer. Un PC può risolvere, non solo alleviare, le incombenze burocratiche. E' fatto apposta.
Lo so. Richiede un minimo di applicazione, consente una tracciabilità fiscale, richiede quei cinque minuti in più in cui uno correrebbe via a fare un'altra prestazione scadente e a basso prezzo.
No. Fermatevi quei cinque minuti e fate una prestazione di qualità, ineccepibile e di alto contenuto, sia specifica che relativa alle norme da applicare. POI si fa la semplificazione.

Secondo me, la soluzione è abbastanza semplice. Abbiamo un sistema di farmacovigilanza che NON funziona. Molte volte è solo formale, non è mai diretto contro le vere fonti della malaveterinaria. Continuiamo ad avere i rappresentanti che girano con il baule pieno di farmaci in nero. Ben vengano i NAS, che si sono dimostrati gli unici in grado di effettuare i controlli. Purtroppo.

In quanto alla norma sull'incompatibilità aziendale, il pasticcio è fatto. C'è un decreto, ormai. O il Ministero ne emana un altro, ma FNOVI ed ANMVI continuano a stare su posizioni giuridicamente deboli, oppure mi sa che solo la magistratura potrà dirimere la questione. Che si affronti il giudizio, e vada come deve andare. A me sembra l'unica. E forse faranno meglio dei pasticceri.

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