28 marzo 2008

Farmaco Veterinario. Pasticci e pasticceri. (2)

Il fatto che un veterinario venga pagato da un'azienda di mangimi è di per indice di un comportamento poco etico? Del fatto che vi sia una collusione di interessi tra azienda mangimistica e veterinario?
Parlavo con uno di questi Colleghi, e mi diceva una cosa: "Quando ho iniziato, la ditta mi ha detto: Fai cosa vuoi, basta che non combini pasticci". Le aziende mangimistiche vivono di reputazione, di qualità, in molti casi, e non sono certo disposte a rimettercela per terapie scorrette o infrazioni che le mettano in cattiva luce nell'opinione pubblica.

La stessa cosa non si può dire del veterinario libero professionista, che può essere "ostaggio" diretto del cliente e delle sue pressioni. Tanto più nella buiatria.
Bisogna anche qui essere sinceri e spietati.

Quanto può costare un intervento veterinario a domicilio? 40, 50, 100 euro? Se chiedete ad un allevatore vi dirà che le tariffe dei buiatri sono mediamente bassissime, 20, 30, 20 euro una fecondazione artificiale, insomma, chiunque si chiede come si fa a lavorare a tali cifre.
C'è un motivo storico. Il veterinario dei bovini è sempre stato abituato ad una pratica commerciale UGUALE a quella delle aziende mangimistiche: il prezzo indiretto. Io ti faccio pagare poco la visita, ma poi ti vendo direttamente i farmaci che ti servono per la terapia, molto spesso di massa e quindi di grande entità. Insomma, la visita costa 20 euro, poi ti dò, e questo sì, ovviamente in nero, 1500 euro di farmaci, su cui guadagno il 40%.

Dobbiamo anche dire che dopo un po' l'allevatore si è fatto furbo, ovviamente. Compra il farmaco dai magazzini, o pure dal rappresentante, in nero o in bianco, e lo paga 900. Poi chiede al veterinario quant'è, e il professionista, in difficoltà ad ammettere il giochino, dice "20 euro". Da qui una delle cause delle crisi della buiatria.

Iniziamo quindi a vedere come le acque, che qualcuno voleva far vedere limpide, non lo sono così tanto. Andiamo avanti e finiremo nel fango vero e proprio.

Il veterinario buiatra, mediamente, è ovvio, nessuno qui generalizza, ha anche un altro difettuccio. Pratica da sempre volentieri la concorrenza demolitiva, quella in cui cerchi di eliminare l'avversario. Lo ha fatto ad esempio con i piani ipofertilità, in cui grosso modo le Associazioni allevatori offrivano un servizio di consulenza ginecologica con contributi pubblici. la prima cosa che cercavano di fare i Colleghi buiatri era di limitare i professionisti coinvolti, la seconda era di usare questi piani come un motivo per "entrare" in azienda (per inciso, questo è il motivo per cui le APA vogliono pagare poco i Colleghi impegnati nell'Anagrafe equina, gli dicono "così entrate in azienda, vi fate conoscere")

Ancora un passo. Ovviamente quando si è presentata l'occasione di introdurre, tramite l'art. 81 del DM 143/2007, una norma come "il veterinario che lavora per i mangimifici non può essere responsabile di armadietti", non gli è parso vero. Ai lavori preparatori al Ministero, la SIVAR, presente assieme a FNOVI (esplicitamente detto a Parma, per me cosa inqualificabile da parte della FNOVI), ha sostenuto il pasticcio, che è stato appunto recepito, ben oltre le norme europee.

Notare, ci sono limiti giuridici che sono stati infranti in modo incredibile:
- innanzitutto, non è possibile vietare la vendita di un servizio insieme ad una merce. E' come se si dicesse "le concessionarie auto non possono riparare auto perché fanno concorrenza sleale ai meccanici e vendono solo i loro ricambi, non quelli di altre aziende". Ovvia follia.
- perché si possa parlare di reato di comparaggio, occorre un evento concreto, non ipotetico. Un reato è tale quando viene effettivamente commesso, non quando potrebbe essere commesso. Sennò nelle pizzerie dovremmo mangiare la pizza con le mani, perché con il coltello magari ammazzi qualcuno.

Andremo avanti con questo argomento, perché ha la sua rilevanza. Perché parla di salute degli alimenti, altro che mozzarelle alla diossina (poi ne scriverò), argomento di importanza enorme.
Quello che dimostrerò non è che non esistano i problemi suscitati, ma che sono stati affrontati senza un'analisi approfondita e anzi con una superficialità strabiliante. Da parte di tutti. Sono stati scelti come capro i veterinari che fanno consulenze per le aziende mangimistiche, indicando "gli altri" come i buoni, e loro come i paria, gli intoccabili.

Non è così. Qui c'è merda per tutti. Solo qualcuno vuol far credere di essere un pasticcere. Ma le sue mani non sono sporche di cioccolato, credetemi. E così soddisfo anche chi mi accusa di turpiloquio.

(continua)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Interessante!

Vorrei un suo commento su questo doc che parla di farmaco veterinario

corrado colombo ha detto...

Compitino. Ma le rispondo in un post specifico, l'argomento mi interessa, ovviamente. Grazie per la sua segnalazione.