Ricevo e volentieri pubblico:
Caro collega , casualmente, cercando notizie sull'anagrafe equina , mi sono imbattuto sul Vostro sito e ho letto le osservazioni e le eccezioni che sono state sollevate sull'ultima assemblea nazionale dell'ENPAV.
Sono un Veterinario della provincia di Siena, Marco Betti, delegato Enpav. Una volta avrei anche sottolineato dipendente ASL per distinguermi da un libero professionista, e quindi per indicare la mia appartenenza ad una maggioranza o una minoranza all'interno dell'assemblea del nostro Ente.
Oggi ritengo questa etichetta di distinzione della nostra categoria sia fuori luogo. Faccio questa premessa perché per molti anni il nostro Ente è stato la cassa di risonanza di diatribe professionali che nulla avevano e hanno a vedere con i problemi della previdenza. Questo clima negli ultimi periodi è sicuramente cambiato. Forse i problemi che sta affrontando la categoria, forse per i problemi che vi sono nella nazione in merito alla previdenza, ci hanno fatto capire che non è facendo i "capponi di Renzo" che si danno risposte alle domande giuste e legittime che vengono dai colleghi che ci hanno delegato a rappresentarli. Anche se come sempre potremmo fare di più, oggi il nostro Ente gode di una buona salute economica e la sua sostenibilità va al di là delle richieste di legge.
Purtroppo le buone cose fatte , vengono poi vanificate con decisioni discutibili per opportunità e tempistica. Mi riferisco all'aumento dei gettoni per i delegati e ai compensi per il consiglio di amministrazione.
La mia posizione all'interno dell'assemblea condivisa da un significativo numero di delegati è stata quella di chiedere un rinvio della votazione, affinché si potesse discutere negli Ordini questo problema ( ti faccio presente che la votazione proprio per la sua delicatezza è stata richiesta in modo nominale affinché ognuno si assumesse le proprie responsabilità nei confronti dei propri rappresentati ).
L'ordine del giorno è arrivato solo poco tempo prima della riunione e pochissimi di noi hanno potuto avere un incontro con i colleghi di poter discutere su come comportarsi in un argomento cosi delicato.
Oltre a questo, la richiesta di un rinvio era stata fatta anche per poter codificare statutariamente i compiti dei consiglieri e del presidente al fine di quantificare una equa remunerazione.
Nessuno è pagato senza che esista un mansionario di quello che deve fare:un conto è che il presidente garantisca la sua presenza all'ente 5 gg su 7 gg ( come mi dicono che faccia) un conto è che passi di li a firmare i fogli.
Stesso dicasi per i gettoni dei delegati. In quella assemblea oltre ai compensi per i consiglieri è passato anche l'aumento del nostro gettone di presenza, ma quel che è peggio a mio avviso è che ad un delegato è riconosciuto un compenso non solo quando va a Roma e perde un giorno di lavoro o di ferie ma ogni qual volta partecipa ad una riunione dell'Ordine su problematiche ENPAV, come se noi perchè appartenenti ad un ente con disponibilità economiche fossimo diversi dai semplici consiglieri dell'ordine che fanno questo in modo volontario.
Purtroppo in questa votazione ho avuto l'impressione che si siano ricreati quegli schieramenti che pensavo superati , colleghi che avevano in modo informale espresso perplessità ,al momento della votazione si sono appiattiti su posizioni di parte (nelle mie zone si dice si sono allineati e coperti), facendo si che le proposte sugli compensi passassero, anche se con una maggioranza risicata e quindi statutariamente non si possa più ridiscutere questo problema fino al rinnovo delle cariche cioè fra 5 anni.
Mi auguro che i colleghi possano avere l'opportunità di chiedere spiegazioni ai propri rappresentanti non solo con dei forum ,ma partecipando alle assemblee dell'ordine in modo più attivo.
La delega è indispensabile in una democrazia ,ma i delegati debbono rispondere delle loro azioni. Se cosi non facciamo, se non accentuiamo la trasparenza nelle decisioni , se non informiamo maggiormente i colleghi e se non ascoltiamo quello che ci viene suggerito , contribuiremo a mantenere quel distacco e quella insofferenza che è presente nella mente di molti veterinari nei confronti di una istituzione obbligatoria, ma che oggi è l'unica che può dare un minimo di previdenza ai liberi professionisti e che in futuro potrà avere una certa importanza per i dipendenti.
Cordiali saluti
Marco Betti
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