Ricevo e pubblico. Nei prossimi giorni anche la lettera (facente seguito ad una telefonata) del Presidente ENPAV e la mia risposta. Poi passeremo ad altro. Mettiamola così: gennaio è stato il mese ENPAV, su cui c'è molto interesse (anche per le numerose mail e telefonate giunte). Poi passeremo ad altro..
Caro Collega,
desidero esprimere un parere a margine della lettera del delegato di Siena, dr. Marco Betti.
Premesso che come delegato ENPAV di Asti, ho apprezzato dal vivo durante l'ultimo convegno di Roma le opinioni del Collega che ho ampiamente condiviso.
Tengo a precisare che nei due anni di mandato finora svolto, non ho mai chiesto né il gettone di presenza né il rimborso spese: questo per mia scelta.
Di fronte all' aumento degli stipendi per i componenti del CdA ho ritenuto non serio riceverne la comunicazione sette giorni prima del convegno nazionale, tanto che ho votato contro anche per l'aumento del gettone ai delegati provinciali e contro al gettone in caso di riunione Enpav presso gli ordini provinciali. Nessuno vuole negare il premio a chi ben lavora per la Categoria, ma non si può nemmeno dare l'impressione dei giochi già decisi.
Ma il motivo della mia lettera riguarda la votazione a margine, dove il 53% dei Colleghi giudica insufficienti i colloqui con il delegato provinciale, tanto che ne vorrebbe l'abolizione.
Perché ciascuno di noi non dedica una piccola parte del suo tempo alla Categoria, rivitalizzando gli Ordini Provinciali, l'Enpav e quant'altro? Gli aumenti di stipendio andrebbero in discussione nel quinquennio precedente, il DL 143 sarebbe stato approvato senza l'art. 81, e magari nessuno o nessuna organizzazione parlerebbe a nome della maggioranza, non silenziosa perché i mugugni sono forti, ma sicuramente invisibile.
Grazie dell' attenzione.
Dott. Riccardo Madonna
Delegato ENPAV provincia di Asti.
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1 commento:
Una piccola cosa, su cui poi tornerò, Riccardo. Hai ragione, la partecipazione è un valore insostituibile, prezioso.
E il punto è proprio questo: tutto ciò che stimola la partecipazione deve essere visto con favore. Il confronto, lo scontro, è SEMPRE un valore. Le nostre piccole, modeste istituzioni professionali continuano a volerlo negare, a volere il dialogo limitato, non col la "base", ma con i delegati eletti. E questo è uno sbaglio.
Il piccolo sondaggio non ha certo pretese di rappresentatività, ma comunque mi sa che riprende gli umori generali. Penso che la domanda da farsi sia "Perchè?".
E soprattutto, cosa possiamo, dobbiamo fare?
Grazie per i tuoi preziosi contributi,
corrado
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