31 maggio 2007

Non se ne può più. Le "linee guida" sulla pubblicità sanitaria.



Andate sul sito dell'AVMA, l'associazione americana che è paragonabile alla nostra FNOVI, o su quello del RCVS, analoga e prestigiosa istituzione britannica.
Andate ora su quello italiano, tra l'altro senza una pagina di ricerca facilmente accessibile, intricato, dedicato solo all'autocompiacimento, su come si incontrano i politici di turno o cose simili...


Sui primi due, ma sono convinto che se ricercassi su tutti i siti mondiali, l'esito sarebbe simile, ci sono norme, regolamenti, raccomandazioni. Andiamo dalla posizione nei confronti dell'estrazione dei denti ai cani morsicatori fino a parlare di come deve essere pulita l'auto del veterinario per dare la sensazione di decoro.

Da noi, niente di tutto questo. Intendiamoci, la FNOVI si mette a dettare regole su ogni altro argomento, soprattutto se irrilevante.


Adesso si è messa a definire come i veterinari dovrebbero scrivere i messaggi di posta elettronica, mettendo in fondo al testo dell'email l'avviso che "l'unico mezzo per arrivare alla diagnosi è la visita veterinaria ". Norme su tutto, farraginose, incomprensibili, inapplicabili, irrilevanti. Le uniche cose che sembrano interessare la nostra federazione sono il Progresso veterinario e la pubblicità.

Notare bene che sono anche nettamente contrario al discorso sulle buone pratiche e sulle strutture, non perché sia contro, ma sempre per il solito discorso, perché queste norme nascono a tavolino, e non nei tavoli pubblici, ma nei tavolini dei Moggi della veterinaria.

Penso che tutti i veterinari italiani vorrebbero una FNOVI dedicata a discorsi alti, non solo alla pubblicità e ai tariffari. In realtà, la FNOVI si occupa di tutto fuorché del modo di promuovere la qualità della prestazione veterinaria e la cultura della qualità nell'opinione pubblica.
Personalmente, non intendo certamente apporre in calce alle mie e-mail dirette ai clienti una stupida postilla che vuole scimmiottare gli americani senza averne le capacità. Sarà mia responsabilità a far capire chiaramente al cliente che mi richieda un'opinione per via posta elettronica il fatto che ovviamente la visita clinica non può esser sostituita da un'email.

Notare anche l'ambiguità della norma FNOVI, che viene presentata come "linea guida ". Non mi risulta che esistano linee guida. Esistono regolamenti, decreti, leggi, direttive, usi e costumi, ciascuno con una propria valenza giuridica.

Questo sito è dedicato alla veterinaria liberale. La posizione liberale tutela l'individuo di fronte allo strapotere dello Stato, delle istituzioni, piccole o grandi che siano. Una norma deve essere emanata, anche applicata in modo coattivo, quando sia presente un interesse concreto della collettività o il pericolo che l'interesse di altri individui venga minacciato da comportamenti personali scorretti. Non è questo il caso di una norma riguardante la posta elettronica. Chiederò quindi ufficialmente alla FNOVI di fare il passo indietro, di ritirarsi dalle vicende personali e d’impresa e ritirare tali norme inutilmente pervasive.

In ogni caso, non sono disposto a lasciare che i miei diritti costituzionali siano calpestati. Non aderisco quindi alle linee guida e diffido chiunque dal venire a sindacare su come scrivo o meno un messaggio di posta elettronica. Quando lo faccio me ne assumo tutte le responsabilità, e tanto più se il messaggio è diretto ad un mio cliente, nasce con lui un'obbligazione che è già pienamente regolata dalle norme del Codice Civile.

Aggiungerei l'auspicio che l'imitazione delle istituzioni straniere sia fonte di norme vere, concrete, applicabili e corrette.
Chiedo un momento di riflessione alla FNOVI e forse a tutti noi. Vogliamo continuare con una politica professionale simile? Non è forse giunto il momento di cambiare?

Nessun commento: