24 novembre 2008

Veterinari compiacenti. Ovviamente.


Non è tanto la notizia, forse, ma quell'avverbio: "ovviamente". L'Espresso in edicola non si riferisce tanto alla natura dei veterinari, ma piuttosto al fatto che la complicità del veterinario ASL di Città di Castello, ora agli arresti domiciliari, fosse essenziale per lo svolgimento della truffa. Per carità, c'erano tutti: un funzionario APA, allevatori, commercianti.


Ma quell'"ovviamente" pesa lo stesso. Poco vale il fatto che 5 veterinari facessero parte della squadra investigativa (e 150 carabinieri).


La difesa della qualità del cibo pare affidata ai NAS, e probabilmente lo è, in Italia. Mentre ci interroghiamo sull'assenza della veterinaria pubblica, che pure dovrebbe fare questo lavoro, il Ministro dell'Agricoltura scende in campo per affermare una pulizia generale. Speriamo, e qualcosa Zaia ha già fatto, ma certo i primi a dover rendere conto sono i consorzi DOC e DOP. Espresso scava nella food valley italiana, Parma, trovando le peggori nefandezze. Anche qui, in buona compagnia: dal Brunello di Montalcino contraffatto alla carne chianina, appunto.



Ma chi dovrebbe certificare la qualità, l'etica dei veterinari? Gli Ordini. Perchè non fanno niente? Al posto di parlare di pubblicità e tariffari, non è che ci sarebbero argomenti un po' più importanti come questi? Sono infrazioni deontologiche, in pieno. Ma amen, siamo in Italia. Cosa mangiamo, l'ho già scritto parlando di Garcia Marquez.


Viva i carabinieri. Ultimo baluardo. Che vadano non solo nei supermercati, speriamo. Anche dai controllori. Che non controllano.

2 commenti:

marco ruffini ha detto...

Ho imparato a non giudicare mai dalle notie che appaiono sui giornali . Ne prendo atto, capisco che ci possa essere una connivenza ma lascio alla magistratura l'onere di dimostrare quanto scrivono i giornali . Soprattutto quando si parla di problemi cosi' tecnici quali la contraffazione delle matricole auricolari e dei documenti di accompagnamento dei bovini al macello . Cerchiamo di non fare di tutta un'erba un fascio . Garantisco che qualche Dirigente del SSN tenta di fare il proprio dovere tra non poche difficolta' .
marco ruffini

corrado colombo ha detto...

Non ho difficoltà a crederti, Marco, ma resta il fatto che troppo spesso, direi quasi sempre, gli Ordini non si occupano della deontologia dei dipendenti pubblici.

Grazie del commento, apprezzato.