Pasqualino Santori, tra le migliori intelligenze della veterinaria italiana, ha presentato a Vancouver, al Congresso Mondiale della veterinaria, un poster molto interessante, sulla Veterinaria e le scelte etiche globali per il futuro.
Detto così, per i superficiali, sembra magari argomento da niente, ma in realtà l'argomento è degno di un umanesimo riservato a menti alla Leonardo da Vinci.
La Veterinaria è un laboratorio per l'Etica interessantissimo, unico, speciale. Tutto quello di cui si discute in Etica, tutti i grandi temi, sono già concretamente realizzati in veterinaria: fecondazione, clonazione, eutanasia, eugenetica, cellule staminali, trapianti e utilizzo di organi per trapianti. Roba che altro che il testamento biologico. Tutto. Potete parlare con il primo veterinario che trovate all'angolo e chiedergli "Che cosa si prova a praticare un'eutanasia" e lui dovrebbe sapervi rispondere. Dovrebbe.
Perché in realtà tutte queste "procedure", che dovrebbero rappresentare un momento di riflessione, anche personale, etico, generale, vengono attuate con una superficialità, una sciatteria non dico intellettuale, ma anche solo mentale, paurosa.
Il Comitato Bioetico per la Veterinaria ha realizzato delle pubblicazioni che dovrebbero essere testo di ammissione agli esami di Stato: se non li hai capiti non puoi fare il veterinario. Penso che purtroppo siano pochissimo diffusi e conosciuti.
Il rapporto con l'animale non è solo una cosa da "amanti degli animali". E' il territorio sperimentale sul quale si fonda il nostro futuro.
Pasqualino Santori dice, nel suo poster, cose interessantissime. Parla dell'ipocrisia, dice che "people usually don’t practice what they preach", differenzia, e con motivi convincenti, la veterinaria da tutte le altre scienze: "Veterinary science cannot have, even if it could, the same superficial attitude as the rest of humanity for ethical and practical reasons". Se ci pensate, è un concetto quasi platonico, da filosofi al governo. Ed in questo senso forse ci si spinge, se giustamente dice che la Bioetica dà un modello di governo, riferendosi al modello strutturale del Comitato Bioetico per la Veterinaria, composto da diverse competenze tutte attorno allo stesso tema.
Pasqualino è partito, andato a Vancouver, ha presentato questo documento che secondo me era anche troppo alto pure per il Congresso mondiale. Per le cose che afferma, dovremmo metterci lì e parlarne una settimana. E' un concentrato di concetti elevatissimi in pochissime righe, sono i concetti più alti attorno al quale non solo i veterinari dovrebbero ragionare.
Ma niente, come dicevo. Niente nella veterinaria, dove scelte così grandi vengono praticate concretamente con una incoscienza terribile. Non mi lancio a parlare della società, perché forse qui non è il caso.
E Pasqualino è una grande risorsa inespressa, e forse mai sarà compreso. Intendiamoci, l'intelligenza non basta, ed un esempio è il Codice deontologico riformato, a cui Santori ha dato il suo contributo. Occorrono anche doti di concretezza e capacità politica enorme. Quelle che mancano alle nostre istituzioni veterinarie, che altro che governate dai filosofi, meglio lasciar perdere...
Ma anche per i veterinari, dobbiamo lamentare l'ignoranza bioetica. E non è un bene.
Se siete un veterinario, interessatevi a questi argomenti, leggete i testi di bioetica, riflettete, partecipate a questi temi. Sennò non siete dei veterinari, ma degli ammazzacani, che è una cosa diversa. Il vostro lavoro migliorerà, i vostri clienti lo percepiranno.
Se siete un proprietario, un essere umano con o senza animali, interessatevi a queste cose, sia dal punto di vista scientifico che bioetico, non in modo ipocrita ma concreto. Se non lo fate voi, lo farà qualcun altro in vostro nome. Ed è peggio.
Ah, e se avete un animale come amico, non portatelo dall'ammazzacani. Cercate un Veterinario, qualcuno che abbia un interesse per la Bioetica. Non sono argomenti teorici, sono pienamente concreti e si riflettono sul trattamento del vostro animale.
Nessun commento:
Posta un commento