Malgrado le dichiarazioni di soddisfazione di varie parti della veterinaria, il sistema farmaco è impazzito alla base, nel suo eccessivo agganciarsi alla burocrazia, ai registri, alle compilazioni, dimenticando la sostanza.
Mi ha telefonato un Collega che ha ricevuto una sanzione di 4000 euro per aver prescritto ad un cavallo, trottatore in attività sportiva, in UNA ricetta, tre farmaci. Antiinfiammatorio, Cortisonico, clenbuterolo (Ventipulmin). Il problema è ovviamente legato al clenbuterolo, che soffre di una legislazione particolarmente restrittiva, poichè viene usato anche abusivamente per migliorare la qualità della carne dei bovini. La sanzione è stata comminata dal Nucleo Antisofisticazione dei Carabinieri, dovrà essere ancora discussa, ma la previsione è che il veterinario dovrà pagare circa 2000 euro, e gli conviene pagare subito una cifra simile che fare ricorso. Tra avvocato e altro, meglio così.
Il punto è che il Collega ha prescitto questi farmaci in piena buona fede sostanziale. Non lo ha fatto per gonfiare un vitello, ma per curare un cavallo sofferente di problemi respiratori. Questo è pienamente evidente dai fatti. Come al solito, la legge colpisce le persone anche sprovvedute, ma corrette, mentre i veri delinquenti ne stanno fuori.
Una sanzione spropositata, folle. Il veterinario avrebbe dovuto registrare il trattamento con il farmaco beta agonista su apposito registro. Ma in ogni caso non stiamo parlando di stupefacenti, il contesto è pienamente chiaro, l'animale trattato è sportivo e non destinato alla macellazione, almeno in tempi brevi. Anche se il capitolo IX, la parte del passaporto che lo esclude dalla macellazione, non fosse compilato, la realtà è questa.
Ma le leggi che regolamentano il farmaco veterinario continuano ad essere burocratiche, non efficaci, confuse, contraddittorie. Se una sostanza è un problema, che se ne vieti la produzione e amen. Sotto qualsiasi forma.
La categoria continua a cincischiarsi con atteggiamenti che vanno dall'orgoglio per essere stati convocati ad una riunione di burocrati al Ministero al menefreghismo totale, quando la norma tocca altri settori diversi dal nostro. Negando l'evidenza: oggi il farmaco veterinario viaggia in nero, illegalmente, già in provenienza dalle case farmaceutiche che lo producono in nero. Tale distribuzione prosegue tramite pochi grossisti che comunque sono totalmente spregiudicati. Ogni tanto ci vanno in mezzo qualche veterinario e qualche allevatore sprovveduto.
I consigli pratici:
ai proprietari di cavalli.
- compilate il capitolo IX, che esclude il soggetto dalla macellazione. Vi semplifica la vita.
- non acquistate farmaco in nero. Troppo rischioso.
- fate attenzione alle eventuali prescrizioni con Ventipulmin, che necessitano di una registrazione particolare
ai veterinari:
- non prescrivete Ventipulmin. Troppo rischio per l'eventuale beneficio. Tra l'altro può essere somministrato SOLO dal medico veterinario.
- fate compilare il capitolo IX, e suggerite la cosa giusta: l'esclusione dal circuito alimentare.
- leggete le leggi, rimanete aggiornati. Partecipate agli incontri professionali che ne trattano. L'ottimo Collega Dido Valvassori spiegò a suo tempo, in modo preciso, le norme di prescrizione dei farmaci nel settore equino. Macchè. Il Collega multato inizia il discorso con "Quella giornata non ho potuto venire all'incontro.."
- non state senza un'assicurazione di tutela giudiziaria. Io ho fatto quella del SIVeLP e confermo che funziona bene. Se poi ne volete un'altra, fate come volete, ma non rinunciate, per poche decine di euro, ad una protezione simile. In un caso come questo, poter contare su un avvocato che non dovete pagare voi può ribaltare la situazione, e almeno potete difendervi.
- non accettate questo sistema. Protestate, scrivete, chiedete, associatevi. Ma non pensate che la questione non vi tocchi. Non è mai così.
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