7 novembre 2007

Le liberalizzazioni a piacimento statale.

La trasmissione Report ha trasmesso un servizio, probabilmente lo potete vedere anche via web, su un'operazione fatta dall'ASL di Imperia relativamente al servizio farmaceutico. In poche parole, l'ASL fornisce i farmaci con uno sconto minimo del 50% ad assistiti della mutua o a case di riposo e cura. Semplicemente, li acquista a prezzo scontato e poi li fornisce a domicilio ai richiedenti. Più o meno, l'operazione è questa.

Notare che viene detto espressamente che il meccanismo è contrario a norme di legge, anche secondo il Ministero della Salute.

La dirigente dell'ASL dice che loro hanno fatto una lettura non solo della "forma", ma anche della "sostanza" delle leggi, e che inoltre esiste un tempo di opposizione, in cui le farmacie potevano opporsi all'attività ASL. Siccome questo tempo è scaduto, si conclude invitando le ASL a "forzare" un po' la legge, nell'interesse del cittadino e della funzione pubblica.

Non sono contrario al benemerito obiettivo di rendere più efficiente il carrozzone pubblico. Bene la sostanza, ma questa volta cattiva la forma. Secondo me ci sono alcuni aspetti che stridono:
  • innanzitutto se lo faccio io magari non vado in galera, ma probabilmente qualche grana giudiziaria o amministrativa mi arriva addosso. Se dico al vigile che io distinguo tra forma e sostanza della legge lui mi invita a spiegarlo al giudice, come minimo.
  • meglio sarebbe se la dirigente invitasse lo Stato a rivedere le norme e a correggerle, e magari si adoperasse in tale senso, nell'ambito del possibile
  • ancora, questa sicuramente apprezzabile apertura mentale viene lasciata esercitare anche ai cittadini nei confronti dell'ASL ligure? Per tutte le sue diverse attività? Mi auguro che sia così, ma ho molti dubbi. Spero di essere smentito. In un'Italia dove ci confrontiamo tutti i giorni con funzionari campioni di burocrazia, ben venga, ma non a senso unico, l'elasticità di applicazione
  • esiste una norma che vieta la vendita a domicilio e scontata dei farmaci. Se è anacronistica, la si abolisca e lo si dica, ma non la si scardini a senso unico
  • nessuno può pensare che io voglia difendere la categoria dei farmacisti, che mica ha bisogno di me, ma questo modello di liberalizzazione mi sembra sbagliato. Se si dice che il ricarico sui farmaci è eccessivo, allora che si liberalizzi totalmente, mettendo nei supermarket tutti i farmaci, lasciando liberi i farmacisti di fare le stesse operazioni, lasciando entrare con parità di norma anche altri operatori. insomma, che l'ASL abbia anche lei la concorrenza dei supermercati. E se risulta più cara, chiuda il servizio farmaceutico e liberi i cittadini dalla spesa sostenuta.

Insomma, la concorrenza deve essere vera, non a metà. Se lo Stato fa concorrenza, e ben venga, deve però mettersi in gioco totalmente, non a metà.

Ancora, il settore del farmaco e della salute è un verminaio, generalmente parlando. Non è un caso che gli scandali, le corruzioni, siano partite in in primis da qui. Poggiolini, chi era costui? Ancora adesso, comparaggi di alto e basso livello, lobbismi spregiudicati, cinismi sulla pelle degli ammalati.

La trasmissione auspicava nei fatti più stato meno mercato, malgrado a parole dicesse il contrario. Un meccanismo molto interessante da analizzare.

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