Gli sbandieramenti degli aumenti di incassi fiscali sono una sparata che servirà a poco, senza una seria politica di riforma fiscale. L'indagine Eures mostra un panorama enorme di evasione fiscale, e guarda caso effettuata in primis da dipendenti come i docenti che danno ripetizioni. Tutto sommato i professionisti sono ancora tra i più regolari, per la mia categoria li definirei addirittura virtuosi.
Ma non ha senso andare a vedere chi è il più "onesto", chi meno. Senza una politica di riforme, che faccia diventare il fisco meno persecutorio e burocratico, le vittorie di oggi saranno i tracolli di domani. Per un po' Visco può far bene la chiamata "al lupo, al lupo", ma poi finirà, inevitabile.
Personalmente sostengo che l'evasione ha svolto nel nostro paese una funzione di calmiere dei prezzi, che ora è diminuita. Le tasse i professionisti le pagano, ma semplicemente aumentano i prezzi. Tra l'altro, nel caso della veterinaria, i prezzi dei tariffari venivano tenuti artificialmente bassi proprio in base a una diffusa evasione, ora appunto ridottasi.
Ancora, a me pare che sia meglio incassare una cifra corretta, adeguata al lavoro svolto, che non fare uno sconto e andare incontro agli inconvenienti del nero (difficile esigibilità, posizione di "ricattabilità" di chi lo pratica, poca tranquillità nello svolgimento del lavoro).
Ma sembra che la via della semplificazione, dell'introdurre meccanismi virtuosi, sia ben lontana, con questo governo o con il prossimo. La vera distinzione non è tra destra e sinistra, categorie artificiose e ormai prive di senso, ma tra statalismo e liberismo. Il liberismo non è "assenza di regole", ma regole che non siano vessatorie. Purtroppo alla parola ora viene data una valenza negativa, e questo è uno sbaglio.
Non è l'inasprimento delle regole, ma piuttosto renderle accettabili, unite ad un sistema di controllo efficace e serio, che potrebbe funzionare. Niente si vede però su questo fronte.
Purtroppo..
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