11 settembre 2007

Liberalizzazioni e Università. Che c'entrano?

C'entrano eccome. La pubblicità sanitaria è stata finora rigidamente normata. Vale a dire che se io, veterinario che si occupa solo di cavalli, volevo comunicare al pubblico la mia attività, non potevo farlo. Poi, c'erano anche Ordini che, a seconda dell'amicizia, o in base a criteri non specificati, consentivano una qualche dicitura che permettesse di chiarire la propria attività. Una parziale apertura si è avuta con l'ultima norma (mi pare del 2005) che consentiva un massimo di due diciture, altrimenti le uniche consentite erano quelle relative alle specializzazioni universitarie riconosciute.
La situazione è ora nettamente cambiata.

Per fare un esempio concreto, un Collega omeopata ha chiesto recentemente al proprio Ordine di poter pubblicizzare "visite omeopatiche" sulla propria inserzione sugli elenchi telefonici. Permesso negato (arbitrariamente), divieto ora superato. Tra l'altro, sull'omeopatia ci sono poi altri discorsi sulle nuove norme che si vorrebbero imporre, ma non è questo il post.

Le specializzazioni servivano quindi anche a poter pubblicizzare "Specialista in malattie dei piccoli animali". Con le nuove norme è invece possibile chiarire ai propri potenziali clienti la propria attività. Chiarire che si fanno visite solo a bovini o a cani e gatti o animali esotici.
Scompare quindi un motivo di interesse per le specializzazioni universitarie, che dovranno attirare quindi i frequentatori (che in qualche caso pagano fior di quattrini) solo con la loro reale valenza ed interesse scientifico-professionale.

Ho l'impressione che sarà una tragedia. Come un muscolo atrofizzato, la capacità di creare corsi interessanti si è ridotta, e le Università faticano ad entrare nella competizione a chi fa corsi più validi concretamente . Anche perché mentre gli studenti possono anche volere "il pezzo di carta", ma questa motivazione si riduce per i professionisti liberalizzati. Aumenta la competizione con le società culturali, che forniscono corsi di ottimo livello, e fino ad adesso avevano l'unico limite della mancata validità "accademica", limite ora superato.

Le Facoltà vogliono attrarre il denaro derivante dai corsi post-universitari, ma prevedo serie difficoltà, anche perché i Master si moltiplicano, duplicano, gemmano con un fiorire di denominazioni.
Le liberalizzazioni sono anche questo, e non mi pare un effetto negativo..

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