3 luglio 2015

La FNOVI che nemmeno nel 1700 sarebbe stata al passo con i tempi...

Una nota della Federazione degli Ordini Veterinari lamenta la "mancanza di linee di indirizzo per la telemedicina veterinaria" in merito ad "applicazioni web che pubblicizzano una sorta di telemedicina veterinaria" (notare il sottile dispregio insito in "una sorta").

Cosa è successo? Un Collega ha realizzato un'iniziativa in cui per un compenso di dieci euro si può videotelefonare e ricevere una consultazione relativa ad un proprio animale. Vedi il servizio cliccando qui. Notare bene che migliaia di veterinari tutti i giorni fanno la stessa cosa gratuitamente, ricevendo richieste di consigli da parte di pazienti già conosciuti o meno "di persona". In questo caso invece ci si rivolge a pazienti non necessariamente già presenti nella propria clientela. A me sembra che nessuno possa essere così cretino da pensare che un caso affrontato "de visu" sia uguale ad uno per videotelefonata. Chiunque capisce che le possibilità diagnostiche sono diverse, e se non lo capisce fa parte della schiera dei rimbambiti, e non mi starei a preoccupare per lui (o lei): ogni secondo ne nasce uno.

Ma una marea di veterinari, che fanno molto i professionisti, ma se gli parli di concorrenza si mettono a piangere come vitellini, si è messa a frignare, indignarsi, lamentarsi, sui social network, i luoghi più codini del mondo. Apriti cielo, anche la FNOVI ha voluto far sentire la propria indignazione e il desiderio di tutelare la clientela, il pubblico, invocando "la tutela della salute pubblica, dei pazienti e dei clienti" (notare che tante altre migliori occasioni vengono invece tralasciate...). Insomma, tutti sulle barricate contro "strumenti innovativi" verso la quale la FNOVI "non ha preconcetti", avendo realizzato "il primo strumento di geolocalizzazione delle strutture veterinarie" (una cosa ridicola. Cosa c'entra?). Da scompisciarsi dalle risate.

Per la FNOVI evidentemente il Dott. William Cullen è cosa ignorata. Questo eminente clinico inglese, vissuto nel 1700, avviò un floridissimo servizio di consultazione medica tramite lettere, che gli venivano inviate dai pazienti o da suoi colleghi, con risposte comprendenti anche prescrizioni mediche, dietro pagamento di una cifra normalmente di una guinea, casi complicati tre.

Di tutti i casi il Dott. Cullen tenne un archivio preciso, che ora è oggetto del Cullen Project, un'operazione culturale evidentemente troppo sopra ai concetti FNOVI (notare il mio sottile dispregio), che probabilmente vede questi "strumenti innovativi" troppo avanti con i tempi. Nemmeno nel 1700 si era così indietro da pensare cose simili.

Clicca qui per il Cullen Project e ridere anche tu di posizioni così retrive.


Di per sé l'operazione del Collega a me sembra ne più ne meno che una prova, un Lab, un esperimento da usare in una sandbox, perché no? In fondo, è far capire al cliente che il tempo di un professionista si paga, non mi sembra poi una cosa negativa. E comunque l'atteggiamento dei Colleghi, che ripete lo schema "io non faccio niente, ma se tu fai qualcosa mi incavolo perché magari fai più di me", a me fa dannare più di quello del videoveterinario, che almeno a smuovere le acque ci ha provato, no?

Insomma, il consueto stile conservatore e attaccato come una cozza alle forze più retrive della professione veterinaria, mai un briciolo di innovazione, sempre dietro alla coda del maiale. E dietro alla coda del maiale si sa cosa si trova...

Accomodatevi, io rimpiango e sogno il Dott. Cullen, innovatore di 250 anni fa, leggendo le sue interessantissime lettere di consulto....

1 commento:

andrea carvelli ha detto...

ero all'ordine l'altro giorno e c'era un signore che voleva informare il presidente della struttura di televeterinaria che voleva mettere in piedi.
ovviamente un muro di gomma.
secondo me è una nuova opportunità da sondare per i pet
ciao corrado