20 dicembre 2010

Lettera a "La Stampa". Babbo Natale esiste: sono i contribuenti italiani!

Leggo la lettera a "Specchio dei Tempi", rubrica de "La Stampa", e scrivo alla rubrica.

Pur facendo personalmente gli auguri alla collega veterinaria (io sono un libero professionista) per la realizzazione dei suoi desideri, penso di poter spiegare perché Babbo Natale non è riuscito ad esaudire il suo desiderio di essere assunta in pianta stabile dal servizio pubblico.

Forse hanno spiegato all'omone natalizio che il numero dei veterinari pubblici dipendenti in Italia è circa 10 volte tanto quello di una nazione europea corrispondente, ciascuno con un salario agganciato per meccanismo contrattuale a quello dei primari ospedalieri. Oggettivamente Babbo Natale passa da quelle parti almeno una volta al mese, e i doni li pagano sempre i contribuenti.

Complimenti alla collega che, in un ambiente spesso intasato da raccomandazioni, dopo un anno dalla laurea aveva già ottenuto un contratto sia pure a tempo determinato (e non pagato poi così male). Non capita a tutti.

La stabilizzazione dei precari è un modello di crescita strabordante dei dipendenti pubblici mentre il precariato è cosa seria e che racchiude delle vere e proprie tragedie. Mi pare che la situazione descritta, possa e debba essere descritta in tutt'altro modo. E poi, aspetta solo l'assunzione pubblica per fare un figlio? Oppure, sa quanti autonomi vanno a lavorare, anche più duramente, con quaranta di febbre? Suvvia..

Corrado Colombo
Medico Veterinario

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